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La Triglia

 

img_0500Le Triglie o Mùllidi (Mullidae), appartengono alla Famiglia di pesci Oateitti e all’ordine dei Perciformi. Per lo più diffuse nei mari tropicali, sono presenti seppur in numero minore anche in quelli più freddi.

Amate anche dai Greci e dai Romani è un pesce pregiato perché il suo sapore è intenso e saporito. Il suo uso e consumo, quasi quotidiano, lo ritroviamo in tutto il paese da nord a sud.

Nel Mediterraneo  ed in particolare nelle acque italiane, possiamo trovarne di due specie. La triglia di fango Mullus barbatus e quella di scoglio Mullus surmuletus.

La triglia è un pesce con corpo allungato, un po’ compresso ma non eccessivamente lungo. Le sue dimensioni massime raggiungono i 25 cm circa, ha una testa di grandezza media con un muso convesso e occhi grandi posizionati molto in alto, la bocca è minuscola e protrattile, con piccoli denti che formano una superficie triturante e ruvida.

Molto caratteristici, sono i due barbigli di varie lunghezze che pendono sotto la bocca della triglia. Sul dorso sono poste a poca distanza l’una dall’altra due pinne dorsali, brevi e triangolari, delle quali la prima viene sorretta da raggi spinosi. La caudale è forcuta, l’anale contrapposta, alla seconda dorsale, è piccola, le ventrali invece sono collocate in posizione toracica e anteriormente portano una spina.

Le triglie girano nelle acque basse, sui cui fondali si spostano alla ricerca delle piccole prede di cui si nutrono, spesso avvalendosi dei barbigli con i quali esplorano il fango.

In estate si riproducono deponendo le uova nel sottocosta, poi a mano a mano che acquistano dimensione si spostano in acque più profonde.

Durante le passeggiate mattutine in riva al mare capita spesso di vederle scappare all’arrivo del nostro piede.

Filippo Ioni

Articolo 2016_09_26_corriere