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La casa in un’ortica

Fine settimana di splendida primavera, tutto il sabato è trascorso a preparare i gommoni per la prossima stagione, ma domenica, i ragazzi della Gian Neri non si sono lasciati sfuggire l’occasione di fare un’immersione.

Sole e mare calmo, l’entusiasmo  sul gommone però non era altissimo come al solito; osservavamo l’acqua mentre la prua del gommone fendeva il mare, ma l’atteso azzurro non si vedeva il colore continuava a rimanere bruno rossastro. E’ possibile che la fiumana  continui ad intorbidire così tanto? E’ appena trascorsa una settimana di mare calmo, quindi questo brutto colore da cos’è causato?
Rassicuro la ciurma, proprio la scorsa settimana sono stato a una conferenza dell’amico Attilio Rinaldi, (Direttore della Struttura oceanografica Daphne),  e tra le spiegazioni dei vari fenomeni algari di cui è caratterizzato il  nostro mare, aveva accennato della possibile fioritura, tipica di questo periodo, di una diatomea, la Skeletonema costatum, che ha la caratteristica di colorare di rosso-bruno la superficie del mare. Rassicuro quindi dicendo che il colore denso dovrebbe essere solo superficiale, e così per fortuna è stato, sul fondo le cose miglioravano decisamente, unico neo l’acqua ancora fredda, poco più di nove gradi.
In immersione vado alla ricerca dell’Attinia, casa del nostro amico gamberetto fantasma, sarà ancora li dove l’ho scovato a gennaio? Di solito quando trovano un’attinia che gli garantisce protezione, ne fa la reggia e ci si affeziona; ritrovo facilmente il gruppetto di anemoni sulcata, ma del fantasmino sembra non esserci più traccia, le numerose mareggiate devono aver scombussolato talmente tanto il fondale che deve averlo spinto a migrare in una zona più protetta. Il nostro gamberetto quindi è tornato ad essere un fantasma e chissà quale nuova attinia ha colonizzato. Decido quindi di dedicarmi a fotografare questi splendidi anemoni nella speranza di rincontrarlo.

L’Anemonia sulcata, volgarmente nota come capelli di Venere o attinia o ortica di mare, è un celenterato antozoo della famiglia delle Actiniidae, comunissima nel Mediterraneo. Vive lungo le coste a pochi metri di profondità, su fondali rocciosi e nelle fessure, dove si possono notare facilmente i molti e lunghi tentacoli variamente colorati, ma generalmente verdi o grigi con le punte violacee. Può raggiungere anche un diametro di 20 cm. e, a differenza di altri Attiniari, ha i tentacoli non completamente retraibili; sono mediamente urticanti ed è quindi consigliabile non maneggiarle a mani nude, ma cerchiamo comunque di osservarle attentamente perché tra i sinuosi tentacoli trovano riparo oltre al nostro sfuggente gamberetto fantasma (Periclimenes amethysteus), un grazioso ghiozzetto (Gobius bucchichii), un piccolo crostaceo misidiaceo (Leptomysis mediterranea) e il granchietto così detto delle attinie Inachus phalangium.

Per tutta l’immersione ho cercato in vano esaminando ogni attinia che incontravo, ma nulla, sono comunque felice di aver raccolto tante immagini di questo splendido animale, fin troppo odiato dai bagnanti ignari del potere urticante.

 

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