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Non abbiate paura delle meduse quadrifoglio

Con meraviglia questa mattina leggo la notizia di una grossa medusa raccolta sulle spiagge di Misano Adriatico, tra la meraviglia e lo stupore però traspariva anche un po’ di timore. Quindi ho deciso di prendere carta e penna e scrivere due righe per testimoniare che le meduse catturate sono della specie “Aurelia aurita” la più grande e “Chrysaora hysoscella” la più piccola e scura.

Sono due specie dotate di potere urticante assai modesto, impercettibile all’uomo.

La medusa quadrifoglio ( Aurelia aurita ) è una delle meduse più diffuse, la si può incontrare praticamente tutti i mari dell’emisfero boreale dai poli ai tropici. È facilmente riconoscibile dalla forma perfettamente sferica del suo ombrello, di un bianco diafano e trasparente, e soprattutto dalla presenza, sulla sommità dello stesso, di quattro strutture circolari,le gonadi, che formano una struttura a forma di quadrifoglio, da cui deriva il nome comune della specie. Possiede inoltre dei corti e sottili tentacoli, che scendono dal bordo dell’ombrello, dandogli un aspetto frastagliato, e quattro braccia più spesse che dipartono dal centro dell’ombrello, evidenti però solo negli individui più anziani. Può sopportare una temperatura dell’acqua che va dai -6 ai 31 °C.

La sua dieta è costituita principalmente da zooplacton,  piccoli organismi marini. Il cibo viene catturato tramite i sottili tentacoli esterni, che filtrano costantemente l’acqua muovendosi seguendo i lenti battiti dell’ombrello e catturano gli animali che si trovano in sospensione, intrappolandoli e paralizzandoli tramite le nematocisti di cui sono forniti. Successivamente, la preda viene portata, tramite movimenti di contrazione dei tentacoli, verso il lato inferiore dell’ombrello, dove minuscule ciglia la trasportano all’interno della cavità gastrovascolare.

Aurelia aurita viene predata da numerosi organismi marini di grandi dimensioni; i suoi principali predatori sono alcuni uccelli marini, pesci come il pesce luna e rettili marini come le tartarughe marine.  In Cina, Giappone ed Indonesia è considerata una comune pietanza.

La “Chrysaora hysoscella” chiamata anche medusa bruna è una medusa appartenente alla famiglia Pelagiidae, cugina della Pelagia noctiluca, ben più frequente e temuta nei mari italiani. Può raggiungere i 30 cm di diametro. Ha 24 tentacoli organizzati in otto gruppi di tre. Ha una colorazione bianco-giallastra con sfumature marroni.

Innegabile comunque il fatto che la presenza di meduse negli ultimi anni sulla costa romagnola è decisamente aumentata, molti attribuirono questa esplosione demografica all’aumento della temperatura, ma oggi ci troviamo nelle condizioni opposte, dopo un inverno tra i più rigidi per l’adriatico.  Allora forse non è un problema di temperatura, ma probabilmente la causa è riduzione dei predatori naturali come le tartarughe o come meglio ci spiegano i ricercatori la riduzione di pesce, vedi la crisi denunciata dai pescatori. Infatti la riduzione di pesce azzurro grande predatore plancton rende questo alimento più disponibile per le meduse che quindi possono proliferare per l’abbondante cibo.

La così forte presenza di meduse, testimoniata un po’ ovunque, è un evento scientifico da non sottovalutare, ma per noi amanti del mare è comunque un’occasione per nuotarci attraverso. Sapendo poi che non hanno abbastanza forza per urticarci, il loro pulsare ritmico e costante stimola tranquillità e ci avvicina alla natura.

 

 

 

 

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Filippo Ioni avvolto dalle meduse ed è ancora vivo ancora vivo!!!!!!!!  (Foto di Giuseppe Baschetti)