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Perchè siamo invasi dalle Meduse?

IMG_8404In questi giorni le spiagge romagnole sono invase da gelatinose grandi meduse che sospinte dal moto ondoso raggiungono la riva e in alcuni casi si spiaggiano.

I Ragazzi della Gian Neri, da anni assistono a questo fenomeno di iper-proliferazione delle meduse, solo l’anno scorso leggermente ridimensionato, ma che negli ultimi dieci anni ha dimostrato di essere un fenomeno crescente da studiare seriamente. Esistono campagne di monitoraggio un po’ in tutto il mondo, poichè il fenomeno non si può dire solo locale ma mondiale.

In questi giorni un allarmismo ingiustificato si stà diffondendo tra i bagnanti, alcune volte sono gli stessi bagnini a chiedere di stare attenti, ma in concreto nen esiste nessun pericolo, poiché le meduse tanto avvistate non sono altro che Rhizostoma pulmo in molti casi e in altri Cotylorhiza tuberculata, rispetivamente il pomone di Mare e la Cassiopea, grandi meduse ma dal bassissimo potere urticante.

Altre coste italiane, in particolare sul mar Tirreno e Ligure sono più sfortunate perché la proliferazione eccezionale è spesso riferita alla Pelagica Nucticula, comunemente chiamata vespa di mare a causa del forte potere urticante.

Navigando in gommone osserviamo queste belle meduse, pronti ad entrare in acqua per ritrarle in spettacolari fotografie.

In questi momenti siamo combattuti tra uno stato d’animo di gioia nel vedere questo antico animale vivere pacifico in un’acqua, che evidentemente è batterioligicamente pulita, e la profonda preoccupazione sulla motivazione vera di questo fenomeno.Un amico professore più di una volta ci ha spiegato che la proliferazione di meduse è probabilmente da imputare alla riduzione del numero dei suoi predatori come cetacei e tartarughe, ma anche del pesce, che la pesca eccessiva ha ridotto drasticamente.

Le meduse in generale posseggono due forme durante la loro vita, da prima bentonica, a forma di polipo e una pelagica, a forma di medusa, appunto; la trasformazione da una forma all’altra avviene nel momento in cio lo spazio alimentare lo permette, di conseguenza il calo degli antagonisti nella catena alimentare di fatto permette la proliferazione delle meduse che facilmente troveranno nutrimento.

Per ora quindi accontentiamoci di godere della vista di questo affascinate animale, ma lottiamo per creare aree marine protette, sempre più vaste e diffuse in modo da difendere l’ecologia marina.

di Filippo Ioni

Articolo 2015_09_07_corriere