La primavera, anche se non sembra, avanza sul fondale la vita si risveglia dal letargo. Sugli scogli si incontrano tanti tipi di anemoni, “Cereus pedunculatus” l’anemone margherita conosciuta anche come anemone e calice, “Phymanthus pulcher” l’anemone disco e ” Anemonia viridis” l’anemone capelli di serpe; al riparo proprio di quest’ultimo anemone troviamo un piccolo il gamberetto: il fantasma cuore. I Ragazzi della Gian Neri erano abituati ad incontrare il piccolo fantasmino, ma oramai molto che non riusciamo a fotografarlo.
Il Periclimenes amethysteus è, fra le diverse specie di gamberi che possiamo trovare nel Mediterraneo, quello che ha senza dubbio l’aspetto più simile a quello dei cugini tropicali. La sua livrea lo rende invisibile ad occhi inesperti anche se con un po’ di attenzione ogni subacqueo può ammirarlo dal vivo, cercandolo con pazienza tra i tentacoli di qualche anemone urticante.
Il Periclimenes amethysteus è, fra le diverse specie di gamberi che possiamo trovare nel Mediterraneo, quello che ha senza dubbio l’aspetto più simile a quello dei cugini tropicali. La sua livrea lo rende invisibile ad occhi inesperti anche se con un po’ di attenzione ogni subacqueo può ammirarlo dal vivo, cercandolo con pazienza tra i tentacoli di qualche anemone urticante.
Infatti Il gamberetto fantasma cuore vive normalmente solitario su fondali detritici, di regola in associazione con diversi tipi di attinie e anemoni, tra i tentacoli dei quali trova riparo e protezione. Il rapporto che l’animale instaura con i suoi ospitanti è tuttavia più parassitario che simbiotico, dato che mentre il gambero riceve protezione dall’anemone, quest’ultimo non ricava alcun vantaggio dalla presenza del gambero;
Il Periclimenes appartiene alla famiglia dei Palemonidi ed è diffuso in tutto il Mediterraneo; è uno dei soggetti preferiti dei fotografi che ne immortalano spesso la stupenda livrea; il suo corpo è trasparente con delle striature rosa violacee la più caratteristica delle quali è situata sul dorso ed è a forma di V simile al cuore che si disegna quando si è innamorati.
di Filippo Ioni
Articolo 2016_05_08_corriere