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Uova Aliene

L’intensa perturbazione è passata, ma le condizioni per andare in mare non ci sono ancora, anche e un timido sole domenica è riuscito a farsi strada tra le nuvole, quindi solo una bella passeggiata lungo la spiaggia consola  i Ragazzi della Gian Neri.

Un occhio all’orizzonte increspato dalle onde, ma un occhio anche sulla sabbia a cercare qualche rara conchiglia o qualche altro dono del mare; e proprio quando la malinconia e la tristezza, di non poter uscire in mare, stanno per prendere il sopravvento, vengo attirato da un urlo soddisfatto di un bambino. “Babbo, babbo, ci sono degli alieni morti “. Mi avvicino incuriosito per osservare: sono un paio di oggetti marroncino-neri con dei cornetti ai lati e dall’aspetto veramente diabolico. Toccandoli si ha la sensazione come se fossero di plastica. Chiedo di fare qualche foto poi ricomincio a passeggiare, camminando riguardo gli scatti per cercare di interpretare la vera natura dell’oggetto.

Sono sicuro essere delle uova di qualche Elasmobrancho, in immersione spesso capita di incontrare le uova di gattuccio e queste un po’ vi assomigliano anche se i gattucci depongono uova di un colore bianco e i filamenti non sono quattro, uno per lato, ma tre come formare una Y.

Con l’aiuto della tecnologia invio una foto con lo smartphone ad Enrico, il nostro esperto di squali, e subito questo mi chiama per dirmi che ho appena incontrato delle uova di razza, chiedendomi di raccoglierne alcune per meglio osservarle.

Le razze dopo l’accoppiamento (che per alcune specie avviene tutto l’anno mentre per altre soprattutto all’inizio dell’estate) avvolgono racchiudendole in un guscio dalla forma più o meno rettangolare con filamenti agli angoli le uova fecondate.

Vengono deposte a gruppi in luoghi riparati, a volte semi-sepolte o ancorate al fondo grazie ai filamenti. Le piccole razze si sviluppano all’interno dell’uovo fino alla loro nascita.

Ne raccolgo alcune e corro a casa dell’esperto. Mi accoglie scalpitante, munito di una serie di dispense, e sentenzia: “A prima vista dovrebbero essere uova di Raja asterias”.

La Raja asterias, comunemente chiamata razza stellata, si riconosce per il muso ottuso e per la coda relativamente lunga e fina, alla cui estremità sono presenti due piccole pinne.  La pelle della parte superiore presenta delle zone molto ruvide negli adulti mentre nei giovani la pelle è liscia. Può raggiungere i 70 cm di lunghezza. È un animale bentonico, che colonizza gli ambienti costieri. Lo si trovare a profondità che

varia da qualche a un centinaio di metri. È molto comune in Adriatico, e in tutto il Mediterraneo. La razza si ciba di tutte le specie che colonizzano il fondo, con una

predilezione per i molluschi, crostacei e piccoli pesci.

Fortunatamente però quelle piccole incubatrici sono vuote, le piccoline sono cresciute e già uscite; in questo momento nuotano volteggiando sui fondali sabbiosi del nostro bellissimo Adriatico mentre noi dobbiamo attendere che il mare si calmi ancora un po’.

 

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