Il 2016, se n’è andato ed il 2017 è arrivato con una primo dell’anno di buon auspicio con gommone gremito e mare calmo.
Il gruppetto, temerario, dei Ragazzi della Gian Neri è più folto del solito, anche se la sveglia di buon ora dopo i festeggiamenti dell’ultimo dell’anno non è facile da affrontare.
Oramai ben affiatati, anche se impacciati dal freddo e dal sonno, prepariamo l’attrezzatura, le bombole, il gommone e in pochi minuti partiamo.
Un limpido sole ci fa dimenticare il freddo, poi dopo una mezzora abbondante di navigazione, in un mare completamente deserto, arriviamo sul punto d’immersione e fatto l’ormeggio ci tuffiamo.
Il primo impatto è duro, l’acqua è gelida, ma dopo aver superato il brivido iniziale ci godiamo la prima immersione dell’anno. L’acqua non è eccezionale, le mareggiate di fine anno l’hanno intorbidita un po’, fredda, ma non eccezionalmente, e tanta piccola vita che attende la bella stagione, in particolare tantissimi piccoli scorfani e galatee.
Sulla via del ritorno tutti ripensiamo a cosa vorremmo che il nuovo anno ci porti e non nascondo che il primo pensiero va ad un parco marino per tutelare i fondali di Rimini.
I ragazzi della Sub Gian Neri hanno da tempo iniziato una battaglia mediatica per valorizzare il nostro bellissimo mare. Un gruppo di amanti della subacquea che si battono per la tutela ambientale e la valorizzazione del nostro mare; abbiamo organizzato mostre, convegni e da tempo collaboriamo, col Corriere di Romagna, che in questa rubrica ci ospita, ogni settimana, per divulgare la bellezza incompresa dei nostri fondali.
Il mare Adriatico è uno dei mari più pescosi, con una capacità di recupero formidabile; abbastanza chiuso, con fondale basso e con un grande fiume che apporta acqua dolce in grande quantità. Caratteristiche all’apparenza negative, ma che di fatto determinano una grande biodiversità e una spiccata variabilità stagionale.
Un immersione in Mar Rosso è sempre uguale, sia in inverno che in estate; da noi non è così: il fondale si trasforma e i suoi abitanti cambiano; infatti se osserviamo l’andamento delle temperature vediamo che passano da un minimo che scende in questo periodo dell’anno a 6° ad un massimo di 28° dei giorni ferragostani. D’inverno si ha l’occasione di incontrare una fauna tipica dell’area atlantica e dei mari del Nord, in estate, al contrario, si incontrano sempre più specie aliene tipiche dei mari tropicali del nord Africa. Quindi anche immergendosi nello stesso punto settimana dopo settimana si è spettatori di come la vita sottomarina evolve.
Finita la navigazione di rientro, subito prima di rientrare in porto, ci fermiamo per goderci il risveglio di un nuovo anno stappando la bottiglia di rito; qualche foto goliardica per augurare a tutti gli amanti del mare un buon anno nuovo.
Filippo Ioni
Articolo 2017_01_09_corriere