Nel nostro mare basta poco, uno scoglio un piccolo relitto, per attirare una grossa quantità di vita.
Casualmente I ragazzi della Gian Neri hanno individuato un accumulo di scogli ed ammassi a poche miglia dal molo di Rimini, non sono naturali, ma riportati dall’uomo, una ricerca sulle carte nautiche ed ecco la spiegazione: è l’area deputata allo scarico del dragato quando si libera il portocanale. Sassi, mattoni, scogli e vecchi corpimorti ora sono un oasi di attrazione per la vita.
La scorsa settimana abbiamo avuto l’occasione di incontrare una ololoturia molto particolare la Cucumaria planci.
L’oloturia è un abitante del mare forse tra i più conosciuti e denigrati, sarà per il suo aspetto nero marroncino e per la sua forma assomigliante a una melanzana o a un cetriolo, che tutti nuotando in superficie la riescono a riconoscere sul fondo. La gente di mare le ha dato nomi alquanto dispregiativi, ma se la si studia bene si capisce che è un animale fortunato non avendo dei veri nemici naturali, ecco spiegata la sua sicura sfrontatezza a non volersi nascondere. Sono degli Echinodermi, quindi imparentati con le stelle marine, i ricci e le ofiure, si nutre setacciando il sedimento del fondale.
La Cucumaria incontrata e fotografata è ulteriormente particolare rispetto alla altre oloturie, vive generalmente in profondità e a differenza di tutte le altre oloturie non ingurgita il sedimento per setacciare il cibo, ma utilizza e braccia arborescenti per catturare il cibo in sospensione. Un modo di alimentarsi più simile alla cugina ofiura.
Ma che fortuna vederlo in pochi metri d’acqua, probabilmente sono esemplari portati verso terra nelle reti dei pescatori e poi rigettate a mare durante la pulizia del ponte poco prima di rientrare in porto.
Cucumaria planci Ha un corpo a sezione tendenzialmente pentagonale ed è liscio con cinque doppie file di pedicelli radiali. Ha una bella corona di tentacoli boccali. È di colore bruno a volte maculato ma può anche assumere colorazione aranciata con le zone radiali rosso vivo. Vive un po’ su tutti i tipi di fondali fino a 250 metri di profondità, resiste anche in ambienti inquinati ma non si trova ovunque. Caratteristico il fatto che i giovani esemplari possano riprodursi in maniera asessuata per divisione trasversale.
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Filippo Ioni