Finalmente è arrivata la primavera, almeno quella di calendario, le temperature iniziano a risalire, anche favorite dai venti meridionali, ma i fiumi sono ancora gonfi e riversano ogni giorno tantissima acqua fredda e limacciosa che di conseguenza rende torbido il mare.
I ragazzi della Gian Neri però non demordono e continuano comunque a uscire nella speranza di trovare, tra i giochi della corrente, un po’ di acqua limpida.
Le cose sono migliorate rispetto alla scorsa settimana, ma sul fondo ancora nessun segno della brulicante vita estiva, probabilmente per la temperatura che rimane freddina sotto i 9 gradi.
Ma mai disperare, quindi con attenzione pinneggio sulla sabbia, tra stelle di mare e vongole, quando incontro un bell’esemplare di granchio, da me soprannominato spadaccino “Corystes cassivelaunus”; consapevole della sua spiccata abilità a infossarsi velocemente mi muovo delicatamente e scatto un paio di foto, quindi cerco di spostarmi per cambiare l’inquadratura perdendolo di vista per pochi secondi, ma tanto è bastato per non riuscire a rivederlo più. Quest’anno era la prima volta che lo incontravo, ed è strano, di solito in inverno è abbastanza comune incrociarlo, mentre d’estate predilige emigrare in fondali più profondi.
E’ un granchio dalla forma molto caratteristica e decisamente affascinante. Come ci si accorge già dal primo incontro è un grande scavatore, capace di seppellirsi nella sabbia nel giro di pochissimi secondi, lasciando trapelare in superficie solo pochi millimetri delle sue lunghe antenne, infatti, se disturbato, scava ancora più in profondità, arrivando facilmente a trovarsi parecchi centimetri al di sotto del fondo.
Ha una forma molto caratteristica rispetto ad altri granchi: ha il carapace allungato e lunghissime antenne. Ha un accentuato dimorfismo sessuale: i maschi sono caratterizzati da chele molto lunghe, mentre le stesse nelle femmine sono corte e tozze.
Vive sui fondali sabbiosi o fangosi dove rimane profondamente infossato, respirando per mezzo di un tubo nella sabbia formato dalle antenne setolose.
Vive in Atlantico, nelle Isole Britanniche, in Norvegia e in tutto il Mediterraneo settentrionale di solito fra i 10 e 20 m, ma può raggiungere profondità maggiori.
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