Lo scorfano è considerato un pesce piuttosto “brutto”, a causa della testa massiccia, delle appendici carnose e delle spine che ne ricoprono il corpo.
Lo scorfano nero è una specie di abitudini spiccatamente bentoniche, è una specie costiera che predilige un fondale non troppo profondo. Scorpaena porcus, conosciuto comunemente come Scorfano nero, è un pesce marino appartenente alla famiglia Scorpaenidae.
Ha un corpo tozzo e un profilo dorsale convesso, vive appoggiato sul fondo, cercando di mimetizzarsi tra le alghe e le rocce; la livrea mimetica è formata in tutti gli Scorpenidi da numerose frange cutanee, presenti soprattutto sul capo, che li rende completamente invisibili.
Lo scorfano nero, rispetto ad altre specie di scorpene, ha filamenti e appendici cutanee non molto sviluppate. La testa è massiccia ornata di creste e spine, gli occhi sono grandi, subito dietro si notano due spine e una appendice cutanea. La colorazione può variare dal nero al bruno, con bande trasversali più chiare e più scure; spesso si nota una macchia nera a metà della pinna dorsale.
Può raggiungere la lunghezza di 24 cm, ma è comune da 10 a 15. È un vorace predatore notturno, che si nutre di granchi, pesci, invertebrati bentonici, che cattura mimetizzandosi sul fondo. Si riproduce da maggio ad agosto e raggiunge la maturità sessuale a tre anni di età.
Incontrare uno scorfano, sott’acqua, non è difficile vista la sua indole tranquilla, ma riuscirlo a vedere si. Occorre avere un occhio abituato a selezionare forme e colori del fondo, per individuare uno dei principali campioni nell’arte del mimetismo.
di Filippo Ioni
Articolo 2015_09_28_corriere