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Alle Piramidi sono arrivati gli Spirografi

Presente in tantissimi siti d’immersione, ma mai avvistata prima alle nostre Piramidi. Segno che il nostro mare è sempre in cambiamento, con sorprese sempre in agguato.

Ma torniamo al nostro animaletto.

Certamente nel 1770, durante i suoi studi sulla fauna marina, il naturalista Lazzaro Spallanzani mai avrebbe immaginato che lo strano animale che stava esaminando, sarebbe stato oggetto di tanta attenzione da parte dei fotosub del nostro secolo. Lo spirografo, infatti, con i suoi lobi branchiali formati da filamenti simili a piume, che si dispiegano alla corrente in molteplici colori e sfumature, se ripreso a distanza ravvicinata dà origine a suggestive immagini “pirotecniche”, di grande efficacia.

SpirografiDi sicuro tutti i subacquei lo conoscono, non passa inosservato e non troppo schivo quindi facile da osservare. E’ un verme  marino, è una specie bentonica sessile. Colonizza fondali rocciosi scarsamente illuminati ma anche fondali molli, sabbie e limi nelle aree portuali con acque ricche di sostanza organica e plancton.
Lo spirografo è un anellide che vive in un tubo morbido formato dal muco secreto dall’animale. Il corpo è formato da segmenti (fino a 200) e non è attaccato al tubo in modo che l’animale possa uscire. Un pennacchio di filamenti (fino a 300 setole) variegato e striato di bianco, giallo o marrone, attaccato all’articolo davanti alla bocca, esce dal tubo e si ritrae al minimo allarme. Questo pennacchio è composto da due lobi , uno dei quali si snoda in un’elica. Il tubo e il pennacchio sono le uniche due parti visibili.
Il pennacchio brachiale a spirale che sporge dal tubo ha un ruolo respiratorio e costituisce branchie esterne. D’altra parte, questo pennacchio ha un ruolo nutritivo che intrappola le particelle in sospensione nell’acqua. La dimensione del tubo varia da 30 a 60 cm con un diametro compreso tra 10 e 25 mm.
Sabella spallanzanii è il più grande verme a tubo delle nostre coste. La dimensione del pennacchio può raggiungere un diametro di 15 cm, il numero di giri del pennacchio varia con l’età, da 1 per un giovane a 6 per un verme adulto.

E’ un organismo “piuttosto di successo” come una specie invasiva e come specie filtratrice in concorrenza con specie autoctone, come ostriche e cozze.

Può essere considerato un bioaccumulatore di batteri e ha un profondo effetto sull’ambiente batterico marino. I microbi si accumulano nel verme e sono presenti a concentrazioni molto più elevate nei suoi tessuti che nell’ acqua circostante e questo significa che può essere utilizzato come bioindicatore. E’ efficiente a filtrare i Vibrio spp. batteri patogeni per i pesci e frutti di mare che possono causare malattie di origine alimentare nell’uomo. Può anche potenzialmente essere utilizzato per la bonifica di acque inquinate. Una Buona notizia per le nostre piramidi.

Comunque sia è un verme dal nome importante. Infatti gli è stato dato il nome di un ricercatore importate. LAZZARO SPALLANZANI, uno scienziato proteiforme. I suoi orizzonti scientifici furono molto vasti e abbracciarono la Biologia, Geologia, Mineralogia, Chimica, Fisica, Meteorologia, Climatologia, Idrologia e Paleontologia. Fu, insomma, un vero “filosofo della Natura”, come si diceva a quel tempo. Ma, per le sue importanti ricerche e scoperte, è unanimemente riconosciuto come il padre della Biologia moderna. Scoprì il succo gastrico e dimostrò come il processo digestivo non consista solo nella semplice triturazione meccanica del cibo, ma anche in un processo chimico che avviene nello stomaco, necessario per consentire l’assorbimento delle sostanze nutritive. Effettuò ricerche sulla fecondazione artificiale usando uova di rana e di rospo. Sperimentò la rigenerazione di organi tagliando lombrichi, idre, salamandre, girini e lumache. Studiò la criptobiosi, che è uno stato di vita con assenza di metabolismo nel quale entrano alcuni organismi (Tardigradi, per esempio) se si trovano in condizioni ambientali avverse. Dimostrò sperimentalmente l’esistenza dei capillari e degli scambi gassosi respiratori nel sangue.

 

Aurore testo: Filippo Ioni revisione Manuela Casalboni
Autore foto: Filippo Ioni