L’estate è ufficialmente arrivata, la stagione balneare è appena iniziata e anche se ora ci siamo dimenticati dell’inverno piovoso e burrascoso il nostro mare ce lo ricorda: le temperature sono ancora abbastanza basse e l’apporto di acqua dolce dai fiumi ancora molto importante, determinano un rallentamento nel ciclo stagionale, ancora poco pesce e molluschi tipici delle temperature fredde.
I ragazzi della Gian Neri incontrano nelle loro immersioni ancora acqua molto fredda, al relitto del Paguro a circa vent metri di profondita meno di dodici gradi, ai manufatti sommersi di miramare a dodici metri di profondità meno di sedici.
Fortunatamente la qualità della trasparenza, quando non è compromessa dalle mareggiate, si mantiene eccellente anche se i segni di acqua doce sono evidenti.
Nell’ultima immersione fatta ai manufatti sommersi di Miramare, si iniaiavano a vedere i primi saraghi, sugli scogli molte bavose e nelle tane tanti gamberetti, ma ciuffetti di idroidi, amanti del freddo resistono qua e la.
Se persistono gli idroidi c’è speranza che qualche nudibranco si riesca ancora a trovare. I fotografi non si lasciano sfuggire ogni ciuffetto di idroidi e qua e la si individuano ancora i segni del passaggio di questi piccoli molluschi; Faceline, Cumanotus sono i più probabili, ma quando troviamo piccolo Doto la meravigia riempie i pensieri.
Erano piccolissimi ed intenti a deporre le uova, i fotografi, montate le lenti più potenti si contendono il piccolo esserino:
Il Doto coronata è nudibranco appartenente alla famiglia dei Dotidae. Come tutti i nudibranchi è una lumachina che alla protezione di una conchiglia a preferito la strategia di una livrea sgargiante in modo da avvisare i predatori “Attenzione sono molto velenoso”.
Il Doto coronata è riconoscibile per i rinofori lisci ed appuntiti con guaina a forma di tromba e, soprattutto, per le appendici dorsali bitorzolute come tante more con una caratteristica puntina nera. Colore bianco panna, leggermente rosato e puntinato di marrone scuso. Dimensione molto contenuta che raggiunge solo i 10 mm.
Di Filippo Ioni
Articolo 2015_06_30_la_voce