Sub Rimini Gian NeriSub Rimini Gian Neri

Insieme per un mare più pulito

Una bellissima domenica di settembre. Un luogo amato e frequentato da tanti riminesi. Un mare ed un panorama mozzafiato..

Numerosi i cittadini a passeggio sulla <<palata>> questa mattina, incuriositi dallo strano movimento sulla banchina e dalle tante bolle che emergevano dalle acque dell’avamporto di Rimini. Erano i sub della <<Gian Neri>>, tanti volontari che insieme a Legambiente hanno dedicato qualche ora della loro passione alla pulizia della scogliera e dei fondali, in una delle manifestazioni più classiche, che tanto amiamo: <<Spiagge e fondali puliti>>.

Sotto l’attenta egida dei marinai della Capitaneria di Porto di Rimini/ Guardia Costiera, che con la motovedetta hanno interdetto e resa più sicura la zona da ripulire, due squadre di sommozzatori e tanti volontari a terra hanno diviso l’area di quasi un ettaro in più settori, per non escludere nemmeno un sacchetto di plastica alla raccolta.. Hanno così perlustrato palmo a palmo i fondali sabbiosi e le più intricate cavità delle scogliere artificiali, sommerse ed emerse.

D’altronde il <<bottino>> è stato cospicuo: In poco più di tre ore, almeno cento kg di plastiche, reti, bottiglie, lattine, diversi rifiuti particolari come ferraglie, cavi d’acciaio, attrezzi da pesca, bidoni in lamiera, e ben tre biciclette, fra cui due nuovissime <<OBike>>, sicuramente gettate da qualche incivile la sera precedente..

Sappiamo benissimo che questa attività è solo <<una goccia in mezzo al mare>>. Non potremo mai ripulire completamente il nostro amato Adriatico, ma contribuire almeno al suo rispetto.. Crediamo fermamente che tanti rifiuti portati da noi in superficie in questa maniera un po’ particolare, possano un giorno non troppo lontano sensibilizzare le persone più comuni, aiutandole a pensare all’ambiente anche prima di un gesto tanto innocuo quanto malsano, come gettare una semplice bottiglia in mare!

Un grazie sentito a tutti i Volontari che hanno partecipato ed a Legambiente che organizza queste belle iniziative!

ms.

Clean Sea Life – una giornata per il mare

Si è appena conclusa la giornata di pulizia del mare, delle spiagge, del fiume e dei fondali del porto canale di Rimini, nell’ambito del Progetto Clean Sea Life. Capitanata dalla Fondazione Cetacea, Lega Ambiente e WWF, con il Patrocinio del Comune di Rimini e la collaborazione delle Associazioni ANMI, Acquario di Cattolica, ANPANA, Big Game Italia, Circolo Nautico Viserba, Club Nautico di Rimini, Consulta degli Operatori del Porto di Rimini, “E Scaion“, Lega Navale Italiana, Marina di Rimini, Marinando, Rimini Rescue, Sub Rimini Gian Neri, Vele al Terzo Rimini, Volontari Soccorso Mare Rimini, la giornata – appena conclusa – ha riguardato la pulizia della Foce del Deviatore Marecchia, di alcuni tratti di spiaggia, del mare aperto antistante la città e dei fondali del porto canale.

Un mare pulito, libero dai rifiuti: lo sognano tutti gli amanti del mare.
Sacchetti, flaconi, bottigliette, cotton fioc, mozziconi di sigarette sono gli oggetti più frequenti. Col tempo si sbriciolano ed i frammenti, simili a plancton o uova, vengono ingeriti da quegli stessi pesci, crostacei e molluschi che poi finiscono sulle nostre tavole.

Questa campagna è quindi mirata ad una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica al rispetto del mare, a partire da quei piccoli gesti e comportamenti che generano tanti piccoli rifiuti, che nella moltitudine diventano un vero trauma per l’ambiente. Speriamo che raccogliere e mostrare quintali di rifiuti raccolti in sole tre ore, diventi uno stimolo ad un maggior rispetto per il nostro mare.

Ed in effetti, noi della Sub Rimini Gian Neri, in grande spiegamento di forze (una ventina di Volontari), abbiamo trovato di tutto nell’area a noi dedicata (il fondo del porto canale, dal Rock Island al Club Nautico, NDR): Bottiglie, nylon, buste di plastica, reti in plastica, cavi di acciaio, biciclette e copertoni fanno da cornice ad un fondale che vuole difendersi e vivere, seppur di natura portuale ospita le più svariate forme di vita..

La nostra mattinata si è conclusa con la liberazione di una tartaruga marina della specie Caretta caretta di nome Azalea. Questo grande rettile marino era rimasto impigliato in una rete a Cesenatico qualche mese fa. Curata e riabilitata dai biologi marini della Fondazione Cetacea, Azalea ha raggiunto scalpitando con forza sull’arenile le limpide acque del nostro mare, prendendo subito il largo con poderose pinnate. Una gioia vederla! Che sia di buon auspicio..

Clicca QUI per vedere il video della liberazione di Azalea

Addio Giuseppe

Dobbiamo purtroppo riportare una triste notizia.

Il nostro amico Giuseppe Salatino, a soli 47 anni, dopo una breve ma incurabile malattia, si è spento nell’affetto dei suoi familiari nel suo paese di origine, Rossano Calabro.

Socio ed Aiuto Istruttore della Sub Rimini Gian Neri, dopo tanti anni aveva dovuto accantonare l’attività subacquea per motivi di lavoro, che l’avevano portato – dopo una lunga permanenza a Rimini – in diverse località del nord Italia. Tuttavia, non aveva cessato i contatti con alcuni di noi. Ogni tanto ci si vedeva virtualmente sui social, ogni tanto veniva a trovarci al capanno..

Giuseppe aveva una tenacia fuori dal comune: Ha sempre fatto una moltitudine di sacrifici per portare avanti le sue passioni, nonostante le avversità, i lunghi viaggi, i contratti di lavoro saltuari e temporanei. Appassionato di natura e di cultura, sempre alla ricerca di buona musica e letteratura, era anche dotato di una forte ironia e simpatia, tant’è che si era auto costruito l’appellativo di terrone degli abissi. Tutte le volte le nostre scorribande subacquee terminavano fra le risate..

Vogliamo ricordarti così, con il tuo sorriso, la tua caparbietà e la sincera amicizia.

Buon viaggio Giuseppe!

La Sub Rimini Gian Neri apre un centro di raccolta tartarughe

Sabato 28 Maggio 2016 alle ore 11,30 Fondazione Cetacea Onlus inaugura il Punto di Recupero Tartarughe di Rimini, in Via Destra del Porto 2/h, presso la sede dell’ASD Sub Rimini “Gian Neri“.

Il Punto di Recupero è stato istituito in collaborazione con Capitaneria di Porto di Rimini, Cooperativa Lavoratori del Mare e ASD Sub Rimini “Gian Neri”.

Alle ore 12,15 verrà rilasciata una tartaruga marina curata presso il Centro di Recupero Cura e Riabilitazione delle Tartarughe di Riccione in collaborazione con il progetto Tartalife, dalla spiaggia libera alla punta del molo di levante ed infine, alle ore 12,45 si svolgerà un brindisi ed un buffet offerto a tutti i presenti.

Questo progetto, al quale abbiamo aderito con entusiasmo, è finalizzato al recupero dei nostri amici rettili marini, che spesso rimangono impigliati nelle reti dei pescatori. E’ proprio grazie alla sensibilità della Cooperativa Lavoratori del Mare, della Capitaneria di Porto e degli amici Volontari Soccorso in Mare di Rimini, che abbiamo deciso di allestire un piccolo vano del nostro capanno per ospitare le tartarughe soccorse nelle ore notturne, prima che queste siano ricoverate al Centro di Cura della Fondazione Cetacea in Riccione.

Vi aspettiamo numerosi per la grande festa.

Il mare Adriatico presenta delle condizioni ottimali per le tartarughe marine poiché le acque sono molto basse e ricche di cibo. Non ci sono siti di deposizione noti, ma il nostro Mare è un ottimo habitat per l’alimentazione di questi rettili, oltre che una sicura zona di svernamento. La numerosa popolazione di tartarughe vi soggiorna tutto l’anno, migrando solo per deporre.

Tre sono le specie presenti: La tartaruga liuto, quella comune e la Caretta caretta. Questa è la più piccola tra le tartarughe del Mediterraneo, anche se può raggiungere 110 centimetri di lunghezza e un peso di 180 chilogrammi. Il carapace è di colore marrone-rossiccio mentre il piastrone è giallastro. Presenta una testa ricoperta di squame.

 

Il Settore DS FIPSAS incontra i CeFIS

Si è concluso domenica 22 Maggio un proficuo workshop indetto dal Settore Didattica Subacquea, nello splendido quadro di Santa Margherita Ligure e della sua grandiosa e seicentesca Villa Durazzo..

I nostri direttori tecnici ARA ed Apnea Elena e Michele hanno presenziato all’evento, portando la voce del CeFIS Rimini.

Molte le novità e soprattutto un evento storico per la didattica Subacquea..

Durante la prima giornata i Direttori Tecnici di tutta Italia hanno presentato la propria relazione in merito all’organizzazione dei vari CeFIS ARA, ad un anno dall’emissione della Circolare Normativa 2015 (che di fatto istituisce le nuove figure di Direttore Tecnico e Tutor ed in particolar maniera, del nuovo organismo federale appunto detto CeFIS – Centro Formazione Istruttori). Molto interessanti le varie relazioni, riportanti modalità, condizioni ed esperienze. Queste ci differenziano non poco, in quanto il nostro è l’unico CeFIS in Italia formato da una sola Associazione (la Sub Rimini Gian Neri, ndr), mentre altre realtà in Italia riuniscono decine di componenti. Dalle varie relazioni si è appreso che diverse scuole o società sportive hanno  utilizzato (o sono in procinto di farlo) il CeFIS stesso per formare gli AIST (Assistenti Istruttori), che, come prevede l’attuale Circolare Normativa, possono essere istruiti ed abilitati dalle Società Sportive in maniera indipendente.

La seconda giornata ha riguardato una profonda disanima, relativamente al percorso del candidato Istruttore M1. Si è presentato ed affrontato nello specifico il nuovo test di teoria telematico d’ingresso (che i candidati M1 dovranno affrontare anticipatamente al loro percorso), ed infine si sono conferite ampie e condivise responsabilità e facoltà nei confronti dei CeFIS suddetti, in quanto individuati quali prevalenti formatori e pre-valutatori dei candidati istruttori medesimi (da M1 a M3).

Nel pomeriggio, a sorpresa, ci ha fatto visita il Presidente FIPSAS, il Prof. Ugo Matteoli, al quale sono state rivolte diverse domande da parte dei partecipanti, sull’orientamento della Federazione verso alcuni temi cari..

 

Durante la terza ed ultima giornata è avvenuto un fatto storico: Al termine di un interessante intervento del Commissario ARA Fabio Portella, riguardante le differenze fra la pratica formativa dell’Apnea nei programmi ARA, nonché un’accurata analisi storica degli esercizi BD dagli anni ’50 ai tempi d’oggi, tutta la platea è stata chiamata a votare e quindi decidere su una nuova linea didattica che presto sarà normativa ufficiale. Di fatto tutti gli esercizi ARA che contemplano l’esecuzione dell’Apnea, si allineeranno alle tecniche e modalità dell’Apnea moderna, con particolare riferimento alle schede presenti nei due corsi Apnea attualmente in vigore. Una piccola rivoluzione per i “bombolari”, che svolgono capovolte, percorsi ed altri esercizi in maniera pressoché invariata da oltre 60 anni!

Al termine dell’evento si è infine parlato di una nuova definizione dei ruoli per gli istruttori M1, M2 ed M3, sempre più vocati alle nuove direttive ed ai recenti ambiti di competenza.

Insomma, ci sarà molto da lavorare, da fare.. Ci viene richiesto un evidente cambio di mentalità.. Per lo staff istruttori sarà presto indetta un’Assemblea volta al chiarimento dei temi sopra riportati.

 

Un tuffo magico sulla Haven

Il Relitto della Haven (44°22’48” N, 8°41’00″E)

Sabato 14 Novembre 2015, un manipolo di “irriducibili relittari profondi” della Sub Rimini Gian Neri, in completa auto – organizzazione  hanno percorso ben 420 Km, sin dalle prime luci dell’alba, per raggiungere quel di Arenzano ed effettuare una di quelle immersioni che non si dimenticano facilmente.

Il “tuffo” sul relitto della Superoiler (VLCC – Very Large Crude Carrier) Amoco Milford Haven è stato per alcuni di essi una novità, mentre altri contavano già numerose immersioni su quello che è definito il più grande relitto del Mediterraneo (se non del mondo), con i suoi 334 metri di lunghezza e la ragguardevole stazza lorda di oltre 232.000 tonnellate.

Un po’ di storia

Venuta alla ribalta delle cronache l’11 aprile 1991, data dell’incidente (giorno successivo al disastro della nave passeggeri Moby Prince collisa alla petroliera Agip Abruzzo nella rada di Livorno..), questa superpetroliera, costruita in Spagna nel 1973, fu oggetto di un analogo incidente (che però la risparmiò) nel lontano 1988, colpita da un missile iraniano durante la guerra nel Golfo Persico. Riparata a Singapore in ben due anni, intraprese un solo lungo viaggio per Genova – via Capo Buona Speranza – con un grosso carico di greggio trasportato nelle ampie stive. Arrivata a poche miglia nautiche al largo del Porto Petroli di Multedo, iniziarono le prime operazioni di scarico nell’oleodotto e poi la nave tornò in rada, in attesa di nuove disposizioni dopo il parziale scarico avvenuto. Durante un travaso di greggio da una cisterna all’altra, avvenne un’importante esplosione, che in pochi minuti innescò un furioso incendio a bordo e riversò in mare tonnellate di combustibile in fiamme. Il rogo durò per tre giorni e si contarono purtroppo ben cinque vittime fra l’equipaggio ed i tecnici a bordo, incluso il Comandante Petros Grigorakakis.

Attorno alle 13 dell’11 aprile 1991 si erano già susseguite diverse esplosioni, fra cui una enorme, che spezzò la petroliera in due tronconi; la parte prodiera si inabissò quindi su un fondale di 480 metri, persa per sempre. Grazie alle favorevoli condizioni meteo marine ed alla lungimirante intuizione dell’Ammiraglio Alati della Capitaneria di Porto di Genova, la rimanente porzione di nave fu agganciata al timone e rimorchiata in maniera eroica dal personale portuale e dai Vigili del Fuoco verso terra, al fine di favorirne lo spegnimento e la raccolta degli idrocarburi sversati. L’opinione pubblica fu allora piuttosto contrariata, dato l’enorme rischio di contaminazione incombente sulle coste liguri, ma questa scelta fu assolutamente determinante (visti a posteriori i risultati)  per la pressoché totale bonifica della nave. Alle ore 10 del 14 Aprile 1991 la Milford Haven affondò definitivamente a poche miglia nautiche da Arenzano, su un fondale pianeggiante di 83 metri. Negli anni successivi, furono intraprese importanti operazioni di bonifica sulla nave, che scongiurarono un vero e proprio disastro ambientale, anche se molto probabilmente una buona parte di sostanze più pesanti o bituminose, giacciono ancora sul fondo o all’interno delle stive.

L’immersione

Il relitto della porzione maggiore della Haven, lungo oltre 250 metri, giace su un fondale di fango a -83 m, mentre la parte più alta (la tuga del castello di poppa) è raggiungibile a -33 m di profondità. È un sito dal rilevante interesse naturalistico e scientifico, poiché, ad oltre 24 anni dal suo affondamento, le impressionanti lamiere contorte dalle esplosioni e dal calore, sono quasi totalmente ricoperte di organismi viventi e circondate da nuvole di pesci bentonici e pelagici; le buie e percorribili cavità ed i locali sono invece indiscusso territorio di grossi crostacei ed enormi gronchi..

Tuttavia, il relitto, principalmente frequentato per la sua notorietà ed importanza da subacquei provenienti da tutta Europa è funestato da una serie costante di incidenti, spesso mortali, causati prevalentemente dal raggiungimento di alte  profondità, errate pianificazioni, improvvisazione e non competenza.

L’immersione sul relitto è una immersione fuori curva, da considerarsi “tecnica”, affrontabile solo da subacquei molto esperti, dotati di attrezzature idonee e preparati con una accurata pianificazione.

Per affrontare questo tuffo, ci siamo confrontati per giorni, stabilendo le quote massime, i tempi di immersione, quelli di risalita e decompressione ed i consumi presunti, redigendo infine tabelle decompressive concordate e tabelle di “bailout” (letteralmente cavarsi fuori dai guai), da utilizzare in caso di problemi e relativi ritardi sui tempi e/o superamento delle quote previste. Abbiamo elaborato due zone di profondità, da affrontare con aria o miscele trimix ed un piano di decompressione con cambio gas (EAN50 a partire dai -21 m).

In particolare, il tuffo si è svolto nel migliore dei modi. Il Diving Club Haven di Arenzano, con i gentilissimi coniugi gestori Vladi e Pippo, ha fornito tutto il supporto logistico per il trasporto marittimo sul sito e l’approntamento della stazione decompressiva. Ecco però alcune testimonianze dall’immersione:

<<Il mare è liscio come l’olio e nemmeno una bava di vento ne sfiora la superficie, mentre una leggera corrente verso levante lambisce i tubolari del grosso gommone. Dopo gli accurati controlli in superficie ci tuffiamo in un blu cobalto, vedendo già – dopo pochi metri di immersione –  la sinistra sagoma della nave. Con immensa meraviglia per la visibilità presente, giungiamo in poco più di un minuto sulla parte più elevata della nave, a -33 m; un breve check e poi giù, con il cuore in gola, come a tuffarsi da un palazzo di cinque piani, verso l’immenso piano di coperta. Lo spettacolo è mozzafiato; grazie alla miscela trimix siamo tutti concentrati e vigili e la nave ci appare in tutto il suo splendore, rivelando particolari mai notati. Percorrendo il lato sinistro del castello di poppa, incontriamo dapprima le sagome dei ponti esterni di manovra che furono dall’incendio fusi e piegati verso il fondo, poi una scialuppa di salvataggio, poi ancora un’infinità di portelli, finestrature che ci rivelano la presenza di alcune cernie. Proseguendo alla base dell’enorme fumaiolo verso lo specchio di poppa, ammiriamo branchi di saraghi, ombrine e dentici incuriositi (ma anche spaventati dalle nostre bolle) e distinguiamo molto bene il locale officine, un grosso boccaporto d’ispezione della timoneria e la parte terminale della poppa. Invertita la direzione, incrociamo un bel polpo mentre naviga indisturbato col suo grande bel mantello aperto ed anche un piccolo pesce luna. Poco dopo, sotto di noi, un enorme varco dalla pianta quadrata rivela l’accesso alla sala macchine. Sarebbe bellissimo entrarvi, ma non possiamo nella maniera più assoluta, per ovvie ragioni di pianificazione. Ormai ritornati al castello, diminuiamo la profondità per esplorare tutti e cinque i ponti del medesimo, effettuando qualche penetrazione all’interno dei lunghi ma agibili corridoi. Arrivati al ponte di comando, fra nuvole di Anthias, diamo un’ultima occhiata al panorama, immaginandoci quello sfortunato equipaggiodurante le fasi concitate del sinistro. Oramai abbiamo finito il nostro tempo, risaliamo sulla tuga, dove vi è una targa commemorativa. Un altro check alle tabelle ed alle bombole decompressive; siamo al trentunesimo minuto d’immersione e dobbiamo recarci alla profondità di -30 m per iniziare la decompressione.

 La risalita è lunga e composta di soste intervallate da uno spazio di tre metri; con precisione osserviamo i tempi previsti dalla tabella principale che abbiamo al polso. E’ andato tutto per il verso giusto, ma non possiamo distrarci e sbagliare la delicata fase della decompressione. A -21 c’è il cambio gas; ora si deve respirare una miscela di aria arricchita al 50% di ossigeno. A -9, -6, -3 il tempo maggiore da passare; qualche sguardo presagisce l’immensa soddisfazione di tutti i componenti dell’avventura. Finalmente la superficie, altri subacquei clienti del diving club hanno terminato la propria immersione e ci aspettano a bordo. Una breve navigazione verso il porto, il lavaggio delle attrezzature, un conviviale pranzo con brindisi finale e poi il ritorno fino a Rimini, dove arriviamo in tarda serata, stanchi ma contenti>>.

Michele Stabellini

A scuola di soccorso e sicurezza

Si è concluso, nel tardo pomeriggio di domenica 25 ottobre 2015, il corso organizzato dal CEFIS della Sezione Provinciale FIPSAS di Rimini, capitanato dai direttori Elena Minelli e Michele Stabellini e condotto dal Commissario Federale Paolo Tealdo, con l’importante collaborazione delle nostre “subacquee” cardiologhe Dott.ssa Silvia Amati e Dott.ssa Francesca Fabbri.

 

 

Il corso che abiliterà operatori ed istruttori alle pratiche BLS (Basic Life Support), BLSD (utilizzo del defibrillatore automatico), BLSDp (BLSD pediatrico) ed Oxygen provider (somministrazione di Ossigeno puro in ambiente normobarico), ha visto “laurearsi” ben 30 operatori dei vari staff didattici di varie associazioni romagnole affiliate FIPSAS: Sub Rimini Gian Neri, Sub Atlantide Cesena e Cormorano Sub Forlì, fra i quali una decina di nuovi istruttori.

 

 

Un bellissimo traguardo per il Centro di Formazione Istruttori FIPSAS di Rimini e per la Sub Rimini Gian Neri, che qui lo rappresenta in gran numero. Un traguardo che ci permetterà di avere diversi abilitati al soccorso in società; un altro importante passo finalizzato al miglioramento della sicurezza e della qualità delle nostre immersioni organizzate, che già presumono una rigida e specialistica assistenza a bordo della barca d’appoggio.

 

 

Speciali ringraziamenti vanno rivolti al nostro staff di cucina Beppe e Umberto – che ci hanno deliziato e viziato con i loro manicaretti per due giorni, ad Elena, infaticabile organizzatrice, che si è districata con pazienza nell’organizzazione e fra iscrizioni, kit e registrazioni, al vice presidente del settore didattico nazionale Paolo Tealdo, che si è fatto 800 km per insegnare a tutti noi e – non per ultimo – al Coordinamento delle Associazioni di Volontariato per la Protezione Civile di Rimini che ci ha ospitato nella propria sede operativa.

 

 

 

Due nuovi istruttori alla Gian Neri

Domenica 27 settembre 2015 si è conclusa positivamente la sessione d’esami Istruttori Subacquei Federali M1 per i nostri ragazzi Silvia Gemo e Luca Lazzaretti.

I nostri ragazzi avevano già superato positivamente il 5 settembre scorso la sessione in bacino delimitato presso il CEFIS FIPSAS di Ferrara, mentre sono stati impegnati da giovedì 24 settembre a domenica 27 settembre nelle impegnative acque marine dell’Isola del Giglio e nelle sessioni di teoria.

Non avevamo dubbi sulla preparazione dei nostri nuovi e giovanissimi istruttori, ma non nascondiamo neppure il loro impegno, le loro tensioni e la dura preparazione che si perpetua da mesi, nonché la tenacia che occorre per affrontare questi esami, sempre piuttosto impegnativi e difficoltosi.

Tutta la società e lo staff didattico si congratula con Silvia e Luca; ora li aspettiamo attivi nei nuovi corsi in programma a partire dai primi di novembre. Una risorsa in più per la Sub Rimini Gian Neri, che insegna da oltre quarant’anni le tecniche  d’immersione con autorespiratore ed in apnea.

Bravi!

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