Sub Rimini Gian NeriSub Rimini Gian Neri

Briozoi in Adriatico

img_0794

 

In immersione non è sempre facile riconoscerli, spesso sono confusi con altri organismi bentonici addirittura scambiati per vegetali. Sto parlando dei Briozoi – letteralmente “animali-muschio” – si presentano spesso come minuscoli “coralli” dalla forma arborescente costituita da uno o più “rametti” o ciuffi o lamine, oppure possono formare incrostazioni sul substrato, di forma circolare o a foglio. La superficie esterna è decorata da una caratteristica porosità, il colore è molto vario: bianco, giallo, nero, violaceo, rosa.

Spesso confusi con i corallo, ma i Briozoi non sono affatto costituiti da polipi ma da piccolo zooidi: si tratta di forme di vita molto più complesse ed evolute. Sono organismi coloniali sessili, con costituzione modulare rappresentata da una ripetizione di individui molto piccoli chiamati zoide. Gli zoidi sono racchiusi da un involucro di materiale non vivente, detto zoecio, che ha forma di una scatola, dotata di un’apertura per la fuoriuscita del lofoforo, molte volte è protetta da un opercolo. Funzionalmente ciascun zoide è in comunicazione con il resto della colonia grazie ad una rete nervosa. Questa connessione tra i componenti di una colonia fa sì che, ad esempio, in risposta a fenomeni di disturbo localizzati ad uno o pochi zoidi tutti gli zoidi della colonia ritraggono simultaneamente il lofoforo.

Sono conosciute dai tassonomisti circa 4000 specie viventi e potenzialmente si pensa che esista ancora un certo numero di specie ancora non descritte. Qui nella foto sono rappresentati due esemplari molto frequenti nel nostro mare Riminese.

La “Schizoporella errata” che ricopre spesso scogli e detriti rappresentando vere e proprie macchie di colore arancione vellutato che si accende non appena i sub la illuminano.

Al centro della foto, non un’alghetta, ma la “Bugula”, anch’essa un briozoo ove i piccoli Zooiti si possono notare solo avvicinandosi molto.

 

Filippo Ioni

Articolo 2016_10_31_corriere