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Come a Hollywood una Godiva

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Gennaio se n’è andato coi i tre giorni della merla tra i  più caldi degli ultimi anni, il mare non era malvagio, ma la marea era troppo invitante per farsi sfuggire un tuffo nel canale della Baiona e i Ragazzi della Gian Neri domenica di buon ora prendono la macchina per dirigere verso Ravenna.  Sole e caldo oltre i quindici gradi rendono la mattinata molto piacevole.

Arrivati notiamo che la trasparenza dell’acqua è leggermente deludente, con una stanca di bassa marea così speravamo meglio. Entrando in acqua apprezziamo la freschezza dei circa nove gradi che mettono i brividi, ma per fortuna le mute stagne riescono ad isolarci adeguatamente.

Ci dividiamo per non darci troppo fastidio ed iniziamo a perlustrare il fondale; da subito individuiamo i nudibranchi della famiglia delle Faceline, sia del tipo Bostoniensis sia del tipo Dubia, abbastanza piccine, un paio di esemplari di Beamonti, il nudibranco che vola, e tanti idroidi. Dopo circa un’ora il freddo si fa sentire e iniziamo a risalire quando il gruppo impazzisce, è stato individuato un raro nudibranco, una Godiva quadricolor. Bellissima, ma allo stesso tempo inquietante, essendo cannibale di altri nudibranchi.

Godiva quadricolor è una specie del genere Godiva, appartenente alla famiglia degli Cratenidae dei molluschi nudibranchia. Le specie è stata descritta la prima volta nel 1927 in Sud Africa, è considerato essere in rapida espansione della sua distribuzione areale originario grazie al traffico marittimo, ma così a nord è un vero record. Ha una livrea molto variopinta con cerata marrone, blu, l’arancio, e pigmento giallo, ma così tanta bellezza nasconde però una triste caratteristica: si nutre principalmente di altri nudibranchi.

A questo punto il freddo non fa più paura e ci intratteniamo a fare gli ultimi scatti, increduli e felici di questo raro incontro sgomitiamo per far trovare posto al nostro obbiettivo. Come una diva di Hollywood la bella godiva fa mostra di se sfoggiando gli sfavillanti colori ai felicissimi fotografi della Gian Neri.

Di Filippo Ioni

Articolo 2016_02_16_la_voce