Sub Rimini Gian NeriSub Rimini Gian Neri

E poi per la Rimini turistica, quanto sarebbe di pregio potersi vantare di avere un’area marina protetta?

L’estate si gioca i suoi ultimi giorni di calendario e, forse, per rifarsi dell’inizio sottotono e piovoso di giugno ci sta regalando splendide giornate settembrine.

Il mare si svuota, non c’è più la frenesia vacanziera ed è sempre più raro vedere pattini e barche turistiche solcare le onde.

Il momento migliore per gustarsi l’Adriatico, in più dopo le mareggiate di metà agosto, il nostro mare sta vivendo un buon momento. Il moto ondoso delle burrasche ha spazzato via l’anossia ed ora, che il mare si è chetato e la sabbia depositata, l’acqua appare limpida ed azzurra.

I Ragazzi della Sub Rimini Gian Neri ne approfittano per organizzare tante uscite, sperando che non sia mai l’ultima e che l’inverno, con il suo freddo, tardi il più possibile.

Sul relitto della piattaforma Paguro abbiamo incontrato una visibilità eccezionale, ed i branchi di pesce, assenti in Agosto, sembra siano tornati.

Però la cosa più unica è la visibilità riscontrata sottocosta, a poche miglia dalla riva, li dove non si dovrebbe pescare ora è tutto un guizzare di pesce. Probabilmente, dicono gli esperti,  l’intensa pesca professionale, ripartita dopo il fermo estivo, ha spinto il pesce a scappare verso costa.

Un momento magico: acqua limpida e tanto tanto pesce.

Alle barriere sommerse vicino ai vivai dei mitili, abbiamo fatto delle immersioni indimenticabili, avvolti da branchi numerosissimi di cefali, di mormore e di bobe; tanti saraghi, dentici, pesci balestra, e i soliti scorfani e gronchi.

Ma l’evento particolare è la presenza di un baco immenso di piccole ricciole, molti li chiamano limoncelli, a causa della livrea giovanile che tende al giallo. Un animale che da grande caccerà solitario ora, che misura meno di trenta centimetri si difende nuotando in gruppo.

Basta fermarsi un attimo dopo qualche istante ci si trova avvolti da questi splendidi animali, solo i lampi dei flash li fanno cambiare direzione, ma solo per poco.

In trent’anni di immersioni qui a Rimini una situazione simile con le Ricciole non mi era mai accaduta.

Lungo le coste italiane la ricciola è diffusa quasi omogeneamente, nel mar Adriatico è segnalata la sua presenza fino alle isole Tremiti, anche se al largo della foce del Po ne sono stati catturati alcuni esemplari di grande taglia, durante battute di pesca al tonno.

Quindi, nel riminese, la presenza così numerosa è un fatto particolare.

Infatti predilige fondali con ripidi dislivelli di profondità  o secche affioranti. E’ un pesce pelagico che, pur non compiendo vere e proprie migrazioni, si sposta alla ricerca di acque che mantengono costante la temperatura, infatti, durante i mesi freddi si porta a profondità maggiori, dove l’acqua non subisce l’influenza del clima esterno. La ricciola allo stato giovanile, dai 200 grammi ai 2 chili di peso, vive e caccia nell’immediato sottocosta, sia per la ricchezza di piccoli pesci, sia per trovare riparo dai predatori più grandi. Crescendo raggiunge nella seconda fase d’età, dai 2 ai 7-8 chili, abbandona l’immediato sottocosta, per portarsi su secche e cigliate più tranquille. Non ha ancora raggiunto l’età della riproduzione e quindi non effettua spostamenti considerevoli limitandosi a raggiungere fasce di mare più profonde per trovare temperature costanti. La terza fase nell’età di questo pesce, comincia con l’età della riproduzione; da questo momento in poi il comportamento viene guidato da tre fattori principali: l’astuzia, la curiosità e la diffidenza. L’aumento di peso non è dettato soltanto dall’età, ma anche dal tipo e dalla quantità di alimentazione. In uno stesso branco di individui presumibilmente della stessa età, si possono trovare esemplari di 15, 20 o 30 chili, questo perché la crescita è determinata dall’assunzione di cibo.

 

Le immagini che potete osservare sono veramente uno stimolo all’ottimismo, un segnale che il nostro mare c’è e che basterebbe poco perché tornasse ai suoi vecchi fasti.

Per molti esperti la ricetta può essere solo quella di creare aree vaste di interdizione totale alla pesca, non basta il fermo estivo, deciso da burocrati che, quest’anno, non avendo calcolato che la stagione è indietro di un mese ha dato il via ai pescherecci quando il pesce è ancora sottotaglia.

E poi per la Rimini turistica, quanto sarebbe di pregio potersi vantare di avere un’area marina protetta?

 

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