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I Bucaneve tra gli scogli in Adriatico

La stagione calda è appena trascorsa e l’inverno è alle porte, le previsioni meteorologiche iniziano a prevedere già le prime nevicate, per la gioia egli amanti degli sci,  quindi parlare di bucaneve non sembrerebbe fuori tema.

Onestamente però bisogna dire che l’immagine della foto è stata scattata durante  un’immersione fatta lo scorso settembre, quando ancora le temperature erano molto più miti e l’acqua segnava i 26°.
Il soggetto scovato mi è parso subito molto particolare, degno di essere ben documentato. Durante altre immersioni ho condotto diversi compagni ad osservare quella strana creatura; individuarla non era difficile, l’infiorescenze non sono di grandi dimensioni, ma il colore candido le fanno risaltare molto rispetto allo scuro scoglio.
Ma cosa sono questi candidi fiorellini? I ragazzi della Gian Neri sono stati ancora una volta testimoni delle rarità che il nostro mare ci riserva?

L’intervento dell’amico Attilio Rinaldi, presidente del Centro di Ricerche Marine, risolve l’arcano: si tratta di candidi bucaneve. O meglio Phoronis hippocrepia. Animale appartenete ai Foronidei, phylum poco conosciuto e poco studiato in biologia. Con meno di 20 specie, i Foronidei costituiscono uno dei più piccoli phyla fra gli animali. Assieme ai briozoi e ai brachiopodi costituiscono il gruppo dei Lofoforati o Tentacolati.

Vivono singolarmente o in grossi aggregati (non coloniali) in ambiente litorale, entro tubi chitinosi autosecreti nei quali si muovono liberamente, affossati nella sabbia o fissi a substrati solidi come pali, conchiglie, rocce dove si alimentano per filtrazione come i briozoi. Protetti e sostenuti dai loro tubi, hanno una cuticola sottile non chitinosa ed un lofoforo avvolto a spirale costituito da due pieghe parallele della parete del corpo, che viene dilatato idraulicamente grazie alla contrazione di muscoli circolari. Nella parete del corpo sono presenti muscoli longitudinali che permettono l’accorciamento del corpo ed il ritiro del lofoforo nel tubo.

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