Così i sub della Gian Neri hanno “catturato” il “cernione”
Quando i fondatori del club hanno aperto i battenti, nel lontanissimo 1973, la subacquea era molto diversa, lo spirito predominante era quello del pescatore d’apnea; con il finire degli anni settanta le prime immersioni con le bombole e dopo una prima era pioneristica, come tanti figli dei documentari di Jacques-Yves Cousteau, inizia l’era dell’immersione sportiva.
Tanti cominciano ad affacciarsi infilando, letteralmente, la testa in nuovo mondo da scoprire.
L’associazione sportiva cresce, i soci aumentano ed iniziano i primi corsi per merito dell’indimenticabile Gigi Tagliani allievo del grande Duilio Marcante.
In quegli anni i fondali preferiti erano quelli Sardi, ma non si trascurava la Toscana e la Liguria, quest’ultima culla della subacquea italiana, a Rimini si scendeva in acqua quasi unicamente per scopi didattici.
Passano gli anni e con lo sviluppo della subacquea commerciale iniziano ad aprirsi i primi diving ed i ragazzi della Gian Neri cominciano a viaggiare in giro per il mondo, trascurando sempre più il mare di Rimini.
Poi con il nuovo secolo la riscoperta dei nostri fondali; Un caso eccezionale, ma pur sempre significativo è stato il periodo indimenticabile del delfino Andrea: quando per un paio di mesi abbiamo avuto la fortuna di fare immersioni allietate dalla gioiosa presenza di in tursiope a poche miglia da Rimini.
Emblematica è stata l’affermazione di una ragazza, ricercatrice biologa: “ho girato il mondo per provare la sensazione di un’immersione con in delfino in libertà e mai avrei pensato di trovarlo qui a casa mia”.
Quell’affermazione sembra scuotere l’opinione errata che intende il nostro mare poco interessante; e da allora, anno dopo anno, i ragazzi che chiedono di esplorare i nostri splendidi fondali aumentano sempre di più ed i mezzi a disposizione dei Ragazzi della Gian Neri non sono più sufficienti dovendo dividerseli tra i mille impegni in cui si dedica l’associazione, didattica in primis, ma anche protezione civile e assistenza alle regate.
Quindi prende corpo inevitabilmente, il progetto di dotarsi di un mezzo più grande, idoneo al trasporto dei numerosi nuovi sub che vogliono affacciarsi al mondo sottomarino.
Ma la Sub Rimini Gian Neri è una vera associazione sportiva che si basa sul volontariato dei soci, senza sponsor o clienti, di conseguenza ci sono voluti un po’ di sacrifici, tre o quattro anni di risparmi, poi convinti i soci più timorosi si è passati alla ricerca del mezzo idoneo.
Abbiamo vagliato diverse opportunità, ma finalmente ad ottobre ci è capitata l’occasione giusta, un mezzo praticamente nuovo che fa al caso nostro, ma si trova a Livorno. Un gruppetto di soci volenterosi, parte in missione riportandoci le ottime impressioni sul mezzo, specialmente in assetto di navigazione e quindi la trattativa si conclude.
Ora dovevamo portarlo a Rimini; un primo tentativo con l’utilizzo di un semplice carrello fallisce, occorrerà un secondo tentativo con un vero camion, una seria gru e a fine ottobre finalmente possiamo ammirarlo davanti alla nostra sede in via destra del porto.
Con la primavera iniziano i lavori di carenatura e sistemazione che sottraggono tempo alla voglia di andare in mare, ma finalmente domenica scorsa è stato varato il Cernione, un gommone da 7,5 metri dotato di due motori per complessivi 300 cavalli. Allestito con tutte le dotazioni e i confort che si addicono ad un gommone per diving.
Sul Cernione trovano posto venti sub che sommati agli altri ventisette imbarcati sui gommoni minori fanno in esercito di subacquei alla scoperta del mondo sommerso.
Quindi ora è il momento di essere veramente ottimisti, i mezzi sono pronti la stagione alle porte, chissà quali e quante sorprese ci riserverà il nostro adriatico.
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