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Il polpo (Octopus vulgaris)  

IMG_9339nI ragazzi della Sub Rimini Gian Neri  durante le immersioni in giro per l’Italia  spesso incontrano Il polpo, ma qui a Rimini è considerata una rarità in quanto predilige vivere sui fondali rocciosi dove facilmente trova rifugio.

Sul relitto del Paguro e presso i manufatti delle Piramidi di Miramare però l’habitat è più favorevole ed allora quando lo si incontra è festa grande, come l’atro giorno quando pur in presenza di acqua non troppo limpida a causa della recente mmareggiata è stato possibile fotografarne uno in libertà.

Il polpo (Octopus vulgaris)

Il corpo ha forma di sacco rotondeggiante alla base del quale sporge il capo, al cui centro si apre la bocca. Intorno alla bocca si allarga il mantello, da dove partono a raggiera otto tentacoli molto robusti che si assottigliano nella parte terminale. Lungo la faccia inferiore di ogni tentacolo corrono due file di ventose discoidali, che servono all’animale per fare presa sul fondo o su qualsiasi oggetto gli capiti a tiro. Gli occhi, abbastanza piccoli e lievemente sporgenti, sono piuttosto distanziati tra loro, ma sistemati in modo da avere una perfetta visione sia di fianco che davanti. Non ha pinne e la propulsione è assicurata dai tentacoli e dal sifone, un apparato quest’ultimo che serve al Polpo per irrorare le branchie e per spostarsi “a reazione” quando il getto d’acqua diventa violento e veloce. La bocca è a forma di becco di pappagallo, cioè è un doppio robustissimo rostro con cui il Polpo riesce a scardinare le difese degli altri Molluschi di cui si ciba e bucare persino il carapace dei Crostacei. Come difesa personale, l’animale possiede una ghiandola che secerne inchiostro, cioè un liquido denso e nero che si spande rapidamente nell’acqua impedendo la visibilità per il tempo sufficiente al nostro amico di squagliarsela in qualche fessura della roccia.

Filippo Ioni

Articolo 2016_05_23_corriere