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Il polpo pietro e cresciuto

IMG_8058Il nostro bellissimo mare, per la maggior parte composto da una distesa sabbiosa, è ricco di vita e di pesce, ma povero di quella vita bentonica che come fondale predilige la roccia dove tra gli anfratti è più facile trovare rifugio.

Pero sempre più spesso i Ragazzi della Gian Neri sono ancora testimoni del fatto che nel nostro mare basta poco, una roccia qua e la, per calamitare una vita inaspettata, infatti sono rimasti piacevolmente sorpresi, quando, durante una notturna dello scorso anno, è stato fotografato un giovane di polpo. Uno sporadico avvistamento e poi più nulla. Questo fino alla notturna della scorsa settimana quando lo abbiamo rivisto, ma sarà lui? A noi piace pensarlo, in effetti è cresciutello, quindi potrebbe essere proprio il polpetto avvistato lo scorso anno. E’ molto schivo, ha scelto per tana un buco in un manufatto, coi tentacoli si nasconde sotto ai gusci di cozze che adornano la tana e non è facile scovarlo,.

Il polpo (Octopus vulgaris)  tipico abitante delle zone rocciose, ha il corpo ha forma di sacco rotondeggiante alla base del quale sporge il capo, al cui centro si apre la bocca. Intorno alla bocca si allarga il mantello, da dove partono a raggiera otto tentacoli molto robusti che si assottigliano nella parte terminale. Lungo la faccia inferiore di ogni tentacolo corrono due file di ventose discoidali, che servono all’animale per fare presa sul fondo o su qualsiasi oggetto gli capiti a tiro. Gli occhi, abbastanza piccoli e lievemente sporgenti, sono piuttosto distanziati tra loro, ma sistemati in modo da avere una perfetta visione sia di fianco che davanti. Non ha pinne e la propulsione è assicurata dai tentacoli e dal sifone, un apparato quest’ultimo che serve al Polpo per irrorare le branchie e per spostarsi “a reazione” quando il getto d’acqua diventa violento e veloce. La bocca è a forma di becco di pappagallo, cioè è un doppio robustissimo rostro con cui il Polpo riesce a scardinare le difese degli altri Molluschi di cui si ciba e bucare persino il carapace dei Crostacei. Come difesa personale, l’animale possiede una ghiandola che secerne inchiostro, cioè un liquido denso e nero che si spande rapidamente nell’acqua impedendo la visibilità per il tempo sufficiente al nostro amico di squagliarsela in qualche fessura della roccia.

di Filippo Ioni

L’articolo 2015_08_04_la_voce