Questo abitante dei fondali marini, insieme alla stella di mare e al cetriolo di mare, appartiene alla categoria degli echinodermi come le stelle marine.
Il riccio di mare nella foto è il Paracentrotus lividus, volgarmente detto riccio femmina, in contrapposizione all’Arbacia lixula (riccio maschio).
Il corpo del Paracentrotus lividus è di forma ellittica ed è costituito da una serie di piastre calcaree che formano una corazza rigida (detta dermascheletro) sulla quale sono inseriti gli aculei.
Particolare caratteristica del riccio di mare è, oltre agli aculei, la presenza di pedicelli ambulacrali; questi sono costituiti da piccoli tubicini terminanti con delle ventose che, riempiendosi d’acqua, si allungano e si induriscono, permettono il movimento dell’animale sui profondi fondali marini.
Il Paracentrotus lividus si nutre prevalentemente di alghe oltre che di piccoli animali vivi o morti, grazie a un apparato masticatore molto sviluppato, provvisto di cinque denti, che sporge dalla bocca. Per respirare questo echinoderma sfrutta delle piccole branchie che pompano in continuazione acqua per estrarre l’ossigeno necessario.
La colorazione del riccio femmina può assumere diverse tonalità: marrone, rossiccio, giallognolo o violaceo.
Vive in ambienti rocciosi per cui sulle coste Romagnole è una verà rarità, ma i sub della Gian Neri lo incontrano spesso sia sui relitti che sui massi sommersi di miramare da dove viene questa foto.
di Filippo Ioni
Articolo: 2015_11_30_corriere