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La notte del Crostaceo

Una Notturna all’insegna dei Crostacei, appena scesi in acqua ci rendiamo conto che non sarà una serata come tante, ma al contrario una serata all’insegna del crostacei.

Avvistiamo e fotografiamo tanti gamberetti, sia i Palaemon serratus che i rossi Lysmata seticulata, poi moltissimi granchi come i granchi comuni, i granchi nuotatori, i granchi corridori.  Sull’apice degli scogli si incontravano I grossi favolli “eriphia verriucosa” intenti a liberare le uova conservate sotto al ventre con un movimento ritmato delle grosse chele anteriori. Praticamente ovunque tante coppie di granseole sorprese in atteggiamenti amorosi.

Un brulicare di così intenso di crostacei non l’avevo mai visto, ma nella serata del crostacei non poteva mancare l’avvistamento  dell’Imperator Chelone  “Homarus gammarus”.
I ragazzi della Gian Neri stupiti hanno potuto osservare ben quattro grossi Astici, da noi meglio riconosciuti come grilli, in un primo momento sorpresi a zampettare sulla sabbia, ma poi una volta disturbati osservati mentre pacificamente presidiavano l’uscio di casa.

Magnifici esemplari, per un momento ho pensato potessero essere evasi dalle vasche acquario dei ristoranti poco lontano, ma la colorazione non lascia nessun dubbio sono proprio gialli azzurro il tipico colore degli astici mediterranei, ben diverso dal rosso mattone di quelli canadesi “Homarus americanus”  specie facile da allevare anche in acqua salmastra e che comunemente vediamo, con i tipici robusti elastici alle chele, e mangiamo nei ristoranti.

“Homarus gammarus”

Grosso crostaceo di color nero-bluastro,con macchie gialle, sul dorso e giallastro sul ventre. Può raggiungere i 60 centimetri di lunghezza ed arrivare a pesare 5-6 Kilogrammi, ma ci sono casi di Astici del peso ben superiore.
E’ dotato di due grandi chele tozze ed asimmetriche; la maggiore è usata per spaccare, mentre l’altra dentellata, serve per tranciare e strappare.
Il carapace, incavato al centro, è liscio con due sole spine dietro gli occhi. Presenta due paia di antenne: le prime corte e bifide, le seconde molto lunghe.

L’astice si sposta sulle cinque paia di zampe ed è in grado di spostarsi all’indietro. Possiede due potenti chele dentate che ne fanno un avversario temibile, anche se durante la muta è particolarmente vulnerabile.

Il corpo è ricoperto di spine, utili per difendersi dai predatori. L’astice possiede delle antenne, quali organi sensori. Altri organi sensori permettono di percepire la presenza della preda e di catturarla. Presenta anche un occhio aggiuntivo particolarmente sensibile alla luce ed utilizzato per orientarsi.

L’astice ama le acque fredde ed è attivo soprattutto di notte. Sembra che questo animaleintraprenda degli spostamenti sia stagionali, per raggiungere acque più calde, sia giornaliere. Sono animali particolarmente belligeranti e sicuri delle loro potenzialità. Solo la rottura o la perdita di una delle chele lo fa partire in ritirata. In breve tempo la chele fratturata si rigenera e l’astice riacquista il suo splendore. La stagione riproduttiva cade tra marzo e giugno. Quindi la stagione in ritardo di quest’anno potrebbe aver favorito una insolita migrazione verso costa di questo splendido animale.

Speriamo che non incontrino crudeli pescatori e che possano riprodursi abbondanti.

 

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