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L’alieno venuto dal fiume

Sabato scorso passeggiando in riva al mare, Mark e Giulia hanno avuto la fortuna di incontrare un particolarissimo alieno. Era circa mezzogiorno, attendevo davanti alla scuola di mio figlio la campanella quando il cellulare suona. I miei amici hanno incontrato uno strano piccolo crostaceo spiaggiato dalla turbolenta mareggiata del giorno prima, “si muove ancora”, mi dicono. Cerco di immaginarmi  di cosa si potrebbe trattare, ma dalle descrizione telefonica di certo capisco che è un crostaceo, ma nessun crostaceo dei nostri mari ha le caratteristiche che mi stanno descrivendo.

Mi affretto, sono troppo curioso di capire cosa può essere. Ci troviamo a casa mia, e mentre attendo che i ragazzi mi portino la strana creatura comincio a farmi delle supposizioni. Ripenso alla descrizione sommaria ricevuta per telefono e non posso pensare che ad un gambero, ma non a un gambero di mare bensì a un gambero di acqua dolce. Ho appena letto un articolo che ne trattava.

Predisponiamo una sorta di acquario per vedere se si riprende, ed iniziamo ad osservarlo. Tramite internet scarico un po’ di documentazione e finalmente riusciamo ad identificarlo con cura.

Sfortunatamente non si tratta di un gambero di fiume autoctono, ma di un alieno vero e proprio, è un gambero rosso della Louisiana.

Come indica il suo nome, questa specie proviene dall’America del Nord, e più precisamente dallo stato della Louisiana. In Europa si trova in Spagna, Francia, Germania e Italia. Il carapace ha una colorazione rossa con granulazione chiara e scura in contrasto. Le chele sono lunghe e strette, la lunghezza del corpo si aggira sui 7-11 cm. Contrariamente alle altre specie di gamberi, la femmina è generalmente più grande del maschio. Il gambero della Louisiana colonizza i corsi d’acqua e i laghi ed è relativamente tollerante verso i cambiamenti di ambiente.

Grazie alla sua notevole capacità di adattarsi a svariati tipi di habitat acquatici diversi, spesso anche notevolmente inquinati, e alle sue caratteristiche ecologiche che gli consentono di colonizzare e proliferare in poco tempo negli ambienti nuovi dove si viene a trovare, il gambero rosso della Louisiana è sfuggito da molti allevamenti cominciando ad espandersi nelle aree circostanti.

La grande adattabilità, fatto all’apparenza positivo, è in realtà estremamente deleterio per gli ambienti acquatici in quanto questa specie è onnivora e molto vorace  e provoca  un notevole danno all’equilibrio dell’habitat, mangiando uova di pesci, di anfibi e di insetti acquatici, e poi, finiti questi, le specie vegetali presenti, rischiando di annullare la biodiversità. Addirittura è in grado di resistere e respirare fuori dall’acqua per alcune ore e raggiungere le eventuali coltivazioni poste attorno ai corsi d’acqua, provocando la distruzione di discrete quantità di raccolto. Scava anche profonde tane capaci di indebolire gli argini di fiumi e torrenti.

In Italia ed in Europa rappresenta una gravissima minaccia per i sempre più rari gamberi nostrani in quanto, oltre a competere meglio dal punto di vista ecologico, è portatore sano di alcune gravi malattie, tra cui la famigerata “peste del gambero”, che non lasciano scampo alle nostre specie. Queste caratteristiche gli hanno valso il nome di “gambero killer” .

Continuo ad osservare il nostro gambero attraverso il vetro della vasca sperando che si riprenda, ha dei colori splendidi, e ripensando a quanto letto, ma non riesco ad essere arrabbiato con questo piccolo amico, dovremmo essere piuttosto arrabbiati con chi superficialmente ha ignorato le regole della natura importandolo dal Nord America.

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Filippo Ioni