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Ma chi sarai?

Contro tutti i pronostici ancora un fine settimana con acqua discreta alle Piramidi. Obbiettivo dell’immersione fotografare l’ Eubranchus Tricolor individuato da Matteo un paio di settimane fa.

Non sarà facile, lui ha un sesto senso direi innato e coltivato con tanta esperienza. Infatti per poter riuscire ad individuare questi piccoli esserini occorre un occhio allenato a cercare lì dove è più probabile che ci sia. In particolare nei pressi della sua fonte alimentare e il suo cibo prediletto sono gli idroidi. In questo periodo infatti le Piramidi sono tappezzate da ciuffetti bianchi, che in primo impatto definirei alghe, ma che poco centrano con il mondo vegetale. Infatti sono animaletti, colonie arborescenti di piccoli polipetti.

Ma lo sapevate che i nudibranchi sono dei veri e propri campioni di riciclaggio? Cosa mangiano e cosa riciclano?

Molti nudibranchi si nutrono di cnidari (attinie, idroidi) e sono in grado di conservare intatte le nematocisti presenti in questi (i nematocisti sono organi urticanti posseduti ad esempio dalle meduse).

Nella foto si notano delle piccole sferette all’interno dei cerati, ecco quelle sono le cellule urticanti, infatti una volta ingerite queste cellule urticanti, le inglobano e le trasferiscono all’estremità dei ceras dove restano pronte ad essere utilizzate come arma di difesa contro i predatori.

Altri nudibranchi invece, con la loro alimentazione sono in grado di conservare le zooxantelle (che sono piccole alghe simbionti che vivono tipicamente in simbiosi con alcune specie di coralli che vengono utilizzate come fonte aggiuntiva di cibo).

Inizia la ricerca alla P2, tanti metri quadri da osservare palmo palmo. Mi concentro maggiormente dove scorgo le uova ed a un tratto la mia pupilla viene attirata da un piccolissimo essere, con delicatezza lo osservo strisciare sul guscio di cozza ed inizio a scattare. E’ molto molto piccolo, cosa sarà? Il tricolor tanto cercato?

L’immersione procede avvisto altri nudibranchi e poi finalmente un paio di grossi grossi tricolor 3 cm almeno, dei colossi a paragone con il primo esserino.

A immersione finita, sul gommone, mostro le foto a Matteo che subito mi dice è un Eubranchus, ma di sicuro non un tricolor.

Arrivato a casa sistemo le foto ed inizio la ricerca. Questa per me è la fase più bella, cercare di capire cosa ho incontrato, magari una rarità. Sfoglio libri e pagine di Google, ma nessuna certezza. Ci si mette poi anche il fatto che per molte specie gli esperti biologi hanno cambiato nomenclatura.

Comunque la cerchia si restringe a: Amphorina Andra oppure Amphorina  Farrani. Amphorina è la nuova nomenclatura della famiglia Eubranchus, io per ora sono legato al vecchio nome e userò quello.

Eubranchus Farrani specie decisamente meno rara, anche se mai comune, rispetto alla congenerica Eubranchus Andra recentemente descritta e separata da questa specie.

L’individuo che ho fotografato è troppo piccolo per avere certezze, ma mi piace accarezzare l’idea di aver fotografato un “Eubranchus Andra” per me sarebbe il primo incontro mentre di Eubranchus Farrani alle piramidi è già più semplice. Una curiosità la parola Andra deriva dallo svedese e significa “altro” o anche “secondo” per distinguerlo dalla Eubranchus viriola che comprende più esemplari.

 

Autore del testo: Filippo Ioni
Aiuto all’identificazione scientifico: Sofia V. Pesaresi
Autore immagine: Filippo Ioni