Sub Rimini Gian NeriSub Rimini Gian Neri

Ma perché non facciamo un’area marina protetta a Rimini?

Foto sub 2015_08_30 Piramidi 007Ancora un anno è passato e dopo oltre nove di iniziative i ragazzi della Sub Rimini Gian Neri non sono riusciti a far breccia con l’iniziative di istituire un Parco Marino nelle acqua antistanti Rimini.

In questi giorni sui giornali si trovano spesso articoli sul parco del mare, ma come al solito da riminesi ci concentriamo sulla parte terrestre, l’arenile dimenticando di tutelare e promuovere le bellettezze del mare e dei suoi fondali.

La Sub Rimini Gian Neri ha iniziato un percorso per scuotere l’opinione pubblica, da anni con immagini e racconti scriviamo su questo ed altri giornali per mostrare le bellezze dei nostri fondali; abbiamo organizzato mostre fotografiche, serate di proiezione, convegni e tutte le iniziative si  sono concluse con manifestazioni di ammirazione, stupore e appoggio al nostro lavoro. Forse però il più grande assente era l’ente pubblico, che a parte superficiali contatti, non ha mai approfondito seriamente la questione.
La strada della valorizzazione biologica dei nostri fondali, ne siamo sicuri, è quella giusta, in poco abbiamo raddoppiato gli iscritti e i nuovi ragazzi scendono in acqua con un entusiasmo quasi commovente. Abbiamo recuperato anche tanti  vecchi sub, da tempo interessati solo a viaggi esclusivi nei mari lontani, che con meraviglia si fanno riaffascinare dalle nostre bavosine, nudibranchi, gamberetti, granchi etti  e tutto quel pesce che il nostro fondale ci riserva.
Ma di cosa parliamo? Semplicemente di un area protetta che permetta al turismo subacqueo di avere un obbiettivo, forse i numeri non saranno elevatissimi, ma il corrispettivo più importante che otterremo è quello di toglierci la reputazione di mare sporco e pieno di alghe.

Per non parlare del fatto che comunque sarebbe un aiuto anche alla conservazione delle specie ittiche sempre più depauperate.
L’interesse per l’ambiente è sempre più tutelato, con il nome di ecologico, verde, un prodotto è sempre più vendibile anche a discapito del prezzo, quindi una città turistica che possa vantare di avere una, due, cento aree marine protette non può che accrescere l’appetibilità turistica.
L’incremento del turismo subacqueo, non vede flessioni da quindici anni a questa parte, il turismo ambientalista subacqueo sta iniziando a svilupparsi, infatti: sempre più contatti internazionali chiedono di poter organizzare qualche cosa proprio qui a Rimini.
Cosa Fare?
Il nostro fondale sabbioso non è facile da valorizzare e da proteggere, ma nel tempo abbiamo avanzato diverse ipotesi:
1) valorizzare le scogliere che a pochi metri dalla riva nascondono una vita impensata;
2) valorizzare le piattaforme metanifere dismesse  facendone relitti;
3) affondare  relitti adeguatamente bonificati come si fa a Malta, in America e in molti stati dei tropici;
4) valorizzare strutture nate per la maricoltura, ma da quest’ultima abbandonate.
Sulla prima iniziativa ci stiamo lavorando, alcuni bagnini sono interessati; sul discorso relitti, la cosa è molto più grande di noi, infatti se il comune di La Spezia e la Liguria con l’appoggio di alcuni parlamentari non riescono a far procedere una proposta di legge che permetterebbe di affondare alcune navi della Marina in disuso creando un parco dei Relitti, cosa pretendiamo noi piccola associazione sportiva.

Però se il nostro Comune o la Regione si impegnassero veramente?
La proposta di valorizzare quello che c’è già per noi della Gian Neri è forse l’obbiettivo più economico e facilmente raggiungibile, ma i piccoli risultati che riusciamo ad ottenere sono spesso vanificati da altri interessi arrivando al risultato che molti sub per poter fare delle immersioni o contravvengono alla legge o decidono di andare via da Rimini, a Ancona, a Chioggia dove delle aree sono state tutelate oppure sul mar tirreno.
Un appello quindi a chi può aiutarci, può aiutare tutta la nostra città a farsi il sua parco Marino, le possibilità ci sono; se per tutelare una specie protetta o per fare un’opera pubblica si può arrivare addirittura all’esproprio basta veramente solo volerlo.

Filippo Ioni

Articolo 2016_01_04_corriere