Sub Rimini Gian NeriSub Rimini Gian Neri

Margherite di primavera sui fondali

IMG_7305La primavera prima ci illude e poi ci ricorda che il caldo ancora è distante da venire, infatti ancora una violenta burrasca sconbussola le nostre coste con tanta pioggia e fiumi gonfi di acqua limacciosa che si getta in mare.

Questa però è la natura e i ragazzi della Gian Neri lo sanno, occorre pazienza e rimanere pronti a sfruttare le occasioni future. Per il kmomento accontentiamoci di ricordare la bella immersione del primo giorno di primavera, acqua fredda, ma sufficientemente limpida per gustarsi una approfondita esplorazione del fondale.

Gli scogli sono spogli dai mitili e le anemoni possono liberamente sfoggiare i loro colorati, ma pericolosi tentacoli.

Lo scoglio, da noi soprannominato lo scoglio di Filippo è ancora ricoperto di almeno una quindicina di anemoni alcune piccine come una moneta da due euro altre grosse come il palmo di una mano; alcune rosse altre gialle, alcune tinta unita altre striate o maculate.

Tra i più belli c’è l’anemone margherita, Cereus pedunculatus , facente parte della famiglia delle attinie. Aderisce al substrato tramite un disco di base, i tentacoli sono urticanti e sono retrattili, in un numero svariato da sei a oltre cento. In particolare  Il nostro ha un disco orale molto sporgente e spesso lobato, munito di circa 700 tentacoli delicati, piuttosto corti e anellati da bande chiare e scure, disposti in otto file. Il colore è spesso molto variabile, se ne incontrano di screziati marroni/bianco panna anche se quelli più belli forse sono quelli bruno rossastri che alla luce dei sub esplodono in un rosso intenso.

Come le più conosciute anemoni tropicali ospitano pesci pagliaccio, le nostre anemoni spesso ospitano piccoli gamberetti colorato, granchietti e talvolta piccoli pescetti del genere gobidi.

Le margherite di solito fanno primavera, quindi nell’attesa che il clima ci regali un po’ più di occasioni propizie per uscire in mare i Ragazzi della Gian Neri ne approfittano per sistemare sede e gommoni. Un lavoro duro, ma che sa da fare. Meglio ora che il mare non concedete in modo da essere pronti, gli allievi scalpitano di impazienza.

Filippo Ioni

l’articolo 2015_03_31_la_voce