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Niente paura sono delle meduse “quadrifoglio”

Foto sub 2008_05_03 Piramidi delfino n_003 (1)Durante le ultime immersioni dei Ragazzi della Gian Neri sono state segnalate molte meduse quadrifoglio. In questo particolare momento dell’anno è normale che le correnti sospingano verso costa questo tipo di medusa. Alcuni anni è talmente massiccia la presenza da creare delle vere e proprie maree rosa.

Quando si evoca il nome di medusa, subito l’immaginario collettivo va al dolore che si è provato quando si ha avuto modo di incontrane una. Ma non tutte le meduse sono uguali, infatti la nostra medusa quadrifoglio è dotata di un potere urticante assai modesto, impercettibile all’uomo.

Ben differente dalla medusa cubo che molesta i turisti durante il caldo estivo.

La medusa quadrifoglio ( Aurelia aurita ) è una delle meduse più diffuse, la si può incontrare praticamente tutti i mari dell’emisfero boreale dai poli ai tropici. È facilmente riconoscibile dalla forma perfettamente sferica del suo ombrello, di un bianco diafano e trasparente, e soprattutto dalla presenza, sulla sommità dello stesso, di quattro strutture circolari,le gonadi, che formano una struttura a forma di quadrifoglio, da cui deriva il nome comune della specie. Possiede inoltre dei corti e sottili tentacoli, che scendono dal bordo dell’ombrello, dandogli un aspetto frastagliato, e quattro braccia più spesse che dipartono dal centro dell’ombrello, evidenti però solo negli individui più anziani. Può sopportare una temperatura dell’acqua che va dai -6 ai 31 °C.

La sua dieta è costituita principalmente da zooplacton,  piccoli organismi marini. Il cibo viene catturato tramite i sottili tentacoli esterni, che filtrano costantemente l’acqua muovendosi seguendo i lenti battiti dell’ombrello e catturano gli animali che si trovano in sospensione, intrappolandoli e paralizzandoli tramite le nematocisti di cui sono forniti. Successivamente, la preda viene portata, tramite movimenti di contrazione dei tentacoli, verso il lato inferiore dell’ombrello, dove minuscule ciglia la trasportano all’interno della cavità gastrovascolare.

Aurelia aurita viene predata da numerosi organismi marini di grandi dimensioni; i suoi principali predatori sono alcuni uccelli marini, pesci come il pesce luna e rettili marini come le tartarughe marine.  In Cina, Giappone ed Indonesia è considerata una comune pietanza.

di Ioni Filippo

l’articolo 2015_05_12_la_voce