Venticinque luglio duemilaventuno, la mia prima immersione con lo scopo di osservare una specie marina in particolare.
Accompagnata dall’ appassionato ed esperto in campo Filippo e dal mio angelo custode della biologia marina sin dal primo grado Manuela Casalboni, ci siamo dati l’obbiettivo di osservare gli anemoni, cercando di riconoscere quante più specie possibili il nostro angolo di mare potesse offrirci ed osservare le loro peculiarità.
Gli anemoni di mare fanno parte del phylum degli cnidari, in particolare della sottoclasse degli antozoi, sono animali bentonici e sessili, differenziati sulla base della simmetria dei loro tentacoli (dell’ordine di 6 o multipli di 6 sono Hexacorallia, mentre 8 o multipli di 8 sono Octocorallia).
Gli Antozoi hanno sviluppato particolari strategie di adattamento, che abbiamo cercato di osservare, per quanto riguarda alimentazione, difesa e relazioni con altri organismi.
Posseggono una bocca centrale (posta sull’ apice del corpo dell’ animale) attorniata dai tentacoli, provvisti di speciali cellule dette cnidociti (cellule discriminanti del phylum degli cnidari) suddivise in tre tipologie: nematocisti, urticanti che vengono utilizzate per catturare le prede o come difesa; spirocisti con funzione adesiva non urticante; pticocisti, elementi adesivi esclusivi dei Ceriantari (antozoi) utilizzate per la produzione del tubo in cui questi organismi vivono.
Queste cellule quindi, reagiscono a contatto con il materiale organico, riconoscendo le prede dagli aggressori (in questo caso noi). Basta il sacrificio di una cozza per ossevare il comportamento di una attinia, che avvolge la carne del mollusco e la porta lentamente alla bocca, o che si ritrae velocemente al nostro tocco nascondendo la bocca all’aggressore, come accade nel caso dell’anemone apistasia, osservata in diverse nuances, dal grigio al rosso. Anemonia viridis invece, non si ritrae al riconoscimeno dell’invasore ma si limita a spostare i tentacoli una volta appurato che non si tratti di materiale organico di cui nutrirsi. Di quest’ultima specie dal corpo verde con punte viola, abbiamo visto un piccolo individuo, di circa un centimetro (che è stato poi abbondantemente importunato allo scopo di osservarne il piede, da uno dei tre, non si fanno nomi).
Gli antozoi possono vivere come individui singoli, come le specie sopra citate, o in colonie come accade per Apistasia Diaphana, specie che nel nostro sito di immersione, è facilmente osservabile sulle superfici laterali delle piramidi.
Gli anemoni hanno sviluppato numerose strategie simbiontiche con altri organismi, ed anche in Adriatico ne sono presenti alcuni esempi. Abbiamo cercato Calliactis parasitica, un anemone che normalmente vive sulla conchiglia dei gasteropodi ma che nei nostri mari aderisce su alcuni bivalvi, la simbiosi in questo caso è mutualistica, ovvero entrambe le specie traggono vantaggio dalla relazione: l’anemone, generalmente sessile, può sfuttare il movimento del mollusco, mentre il bivalve o il gasteropode, sono difesi da eventuali aggressori grazie ai tentacoli dell’anemone. Purtroppo non siamo riusciti a trovare questa specie.
Simbiosi osservata con successo invece, è quella fra Anemonia viridis ed il gamberetto fantasma cuore, questo artropode, adattatosi perfettamente alle nematocisti, trova riparo fra i tentacoli dell’anemone. La simbiosi in questo caso potrebbe essere mutualistica o di tipo commensale (il gambero trae vantaggio dall’anemone non danneggiandolo).
Il nome di questo artropode ne suggerisce il colore, il gamberetto fantasma infatti, si presenta trasparente con porzioni pigmentate bianche viola o rosse che variano in base all’età dell’individuo e alla fascia oraria, di notte infatti, prevale la trasparenza dell’animale.
Gli antozoi fanno parte di uno dei phylum più primitivi e “semplici” dell’evoluzione animale, ma non per questo meno unici o sorprendenti di altre specie, basta tenere a mente che ogni caratteristica osservata, è per quella specie (anche la più piccola e primitiva) la migliore strategia che fin ora è riuscita a promuovere.
Fonti:
- Biologiamarina.org
- Subriminigianneri.it
- Zoologia, parte sistematica (idelson-gnocchi).
Autore: Giorgia Fabbri Autore Foto: Filippo Ioni