Sub Rimini Gian NeriSub Rimini Gian Neri

Quegli scogli che ci ostacolano paesaggio una risorsa da valorizzare

Scogliere, scogliere, scogliere. Le giovani generazioni oramai sono abituate a vederle a difesa delle spiagge; c’è chi le considera antiestetiche e paesaggisticamente deturpanti, chi indispensabili, ma siamo sicuri che le barriere frangiflutti siano l’unico sistema per difendere le nostre spiagge dall’erosione?

Il dibattito è acceso, da una parte le scogliere sono un solido ostacolo ai marosi, ma dall’atro hanno degli effetti negativi sulla qualità delle acque e dei fondali tra le scogliere e la battigia: l’acqua marina ristagna  e nel periodo estivo, con l’innalzamento della temperatura, il ridotto scambio con il mare aperto può provocare fenomeni di putrescenza.

Il dibattito è acceso e l’offerta alternativa ampia, quella forse più affascinate per il mondo dei subacquei è la sostituzione delle attuali scogliere con barriere soffolte o reef artificiali, che piazzati sul fondo ad una distanza tra i 150–200 metri dalla costa interrompono il moto ondoso, dissipandone l’energia distruttiva e proteggendo perciò la costa dalle mareggiate e dall’erosione.

Sono attualmente allo studio di fattibilità i piani di protezione della costa basati su questo sistema in Liguria, Toscana, e Lazio, qui in Romagna sono stati approntate alcune sperimentazioni.

Il dibattito è elevato, ma il fatto è che un progetto sbagliato sarebbe catastrofico: tanti tanti soldi spesi e dopo una seria mareggiata il rischio di non avere più una spiaggia da proteggere.

Le scogliere viste come Oasi di vita

Ma non guardiamo solo il lato negativo delle cose, è vero che le barriere soffolte, per i subacquei sono molto più attraenti, ma anche le attuali scogliere hanno molto da dare in termini di vita sottomarina da ammirare.

Infatti spesso non ci rendiamo conto che li a pochi metri dall’ombrellone, complice uno scoglio, molta vita sottomarina cerca e trova protezione.

Sulla pietra d’Istria nel tempo hanno radicato casa ostriche, mitili come le cozze, ma anche patelle vegetazione algale come Ulva rigida, Codium fragile, Ceramium diaphanume e atre. Tanti anemoni del tipo Anemone viridis, Actinia equina, Actinia cari, Cereus pedunculatus e Aptasia mutabilis.

I ragazzi della Sub Rimini Gian Neri frequentano abitualmente queste oasi di vita specialmente ad inizio stagione. Durante memorabili notturne hanno occasione di incontrare pesci come Corvine, Cefali, Branzini, che tra gli scogli si aggirano alla ricerca di una preda facile. Ogni varietà di granchi specialmente i Granchi Corridori (Pachygrapsus marmoratus), Granchi di sabbia (Liocarcinus vernalis) e i grossi Favolli (Eriphia verrucosa), gamberetti come i Palaemon serratus, la mazzancolla (Melicertus kerathurus) per non parlare della Canocchia .

L’importanza della fascia costiera, per la vita nel nostro mare è ben conosciuta, nelle acque basse molti di quei pesci che da adulti riempiranno i banchi delle pescherie  ne approfittano per riprodursi e per crescere. Una sorta di nursery dove moltissime specie cercano riparo dai grossi predatori, non per nulla la legge vieta la pesca nel sottocosta.

Sulla distesa sabbiosa in prossimità delle scogliere è facile incontrare piccole Mazzole, rombi, passere e tantissime seppie che in queste acque decidono di deporre le loro uova.

Proprio un paio di settimane fa, i Ragazzi della Gian Neri hanno documentato un evento, pensiamo raro, in prossimità del bagno 20 di Viserba una nidiata di piccole razze pacificamente guizzava tra piccoli rombetti e soglioline.

Proprio mentre sulle spiagge si consumano feste a suon di balli e aperitivi, li a pochi metri la natura trova ancora il suo spazio.

Bisognerebbe valorizzarle

Sicuramente lo studio e la ricerca per la loro sostituzione con sistemi più efficienti deve andare avanti e anzi cominciare a dare i frutti con alcuni tentativi di sperimentazione più coraggiosi, ma nel frattempo perché non valorizziamo quello che abbiamo?

Spesso chiacchierando con i bagnini sentiamo questa esigenza, se si soffre un po’ di formazione ed informazione si potrebbero valorizzare anche con semplici cartelloni che spieghino cosa c’è li sotto e come si può fare ad osservarle.

Gli operatori turistici hanno capito che oramai l’offerta turistica non può prescindere dall’aspetto naturale e di tutela ambientale.

Noi subacquei da tempo abbiamo intrapreso una strada di sensibilizzazione e rivalutazione del nostro bellissimo Adriatico, sicuri nel motto chi conosce tutela e non sporca.

 

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