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Un bagno tra le cassiopee

Agosto è trascorso veloce come al solito, e proprio quando si festeggiava la mezz’estate i ragazzi della Gian Neri di Rimini sono stati testimoni di un’incontro fortunato.

Rientrando da un’immersione notiamo delle strane ombre in acqua, fermiamo il gommone tornando leggermente sui nostri passi e d’un tratto ci troviamo in mezzo a un banco di meduse del tipo cassiopea. Rassicurati del fatto che non sono urticanti per l’uomo, tutti i ragazzi eccitati indossano le pinne e la maschera e velocemente si tuffano in mare. E’ tutto un susseguirsi di capovolte per brevi immersioni in apnea in modo da osservarle da più vicino. Nuotiamo letteralmente attraverso un mare di meduse, alcune più piccole altre più grandi, alcune  accompagnate da piccoli pescetti che approfittano delle difese offerte dai tentacoli urticanti.
Sono così tante che non so quale fotografare per prima, peccato il cielo coperto che limita la luminosità, ma non mi faccio scoraggiare chissà quando mai mi ricapiterà un’occasione simile. Non è un tipo di medusa rarissima da incontrare in Adriatico, ma di solito mi è capitato di trovarla  più a largo e non a poche miglia dal porto e sicuramente mai in un numero di esemplari così elevato.

 

Cotylorhiza tubercolata

E’ una delle più belle meduse del Mediterraneo, e forse del mondo. Cotylorhiza è endemica del Mar Mediterraneo, dove può essere molto abbondante, soprattutto nelle baie. Le popolazioni di queste meduse sono sostenute dalla presenza di polipi bentonici che, regolarmente, anno dopo anno, producono le meduse che popoleranno il mare circostante e che, a loro volta, alla fine del ciclo, dopo circa sei mesi, attraverso la riproduzione sessuale, produrranno altri polipi, mantenendo stabile la popolazione.

L’ombrello può misurare anche 40 cm, è molto rigido e tondeggiante al centro, dove ha colorazione rossastra o gialla, mentre la parte più esterna è mobile e fa procedere la medusa con le sue vigorose pulsazioni. Sotto l’ombrello, il manubrio assomiglia a un bouquet di fiori di campo, con bottoni blu-viola, inseriti su tozze braccia.  Alcuni tentacoli, anch’essi terminanti con bottoni blu, fuoriescono dal manubrio. Questa medusa è praticamente innocua per l’uomo anche se, comunque, è meglio non toccare mai il plancton gelatinoso, per non danneggiare questi delicatissimi animali. Cotylorhiza può avere microalghe simbionti nei propri tessuti, proprio come i coralli delle formazioni coralline tropicali. Funzionalmente, quindi, si può definire una pianta, anche se si può nutrire di zooplancton. Queste sue caratteristiche la rendono probabilmente innocua alla maggior parte dei pesci e, come Rhizostoma, anche Cotylorhiza è spesso associata a pesci più o meno grandi che la adottano come riparo e persino rifugio.

 

Tutti i ragazzi sono stati entusiasti dell’esperienza vissuta, ma comunque incuriositi del fatto che queste splendide meduse erano veramente tante. Purtroppo ho dovuto riferire che anche se da un primo approccio la presenza di vita può sembrare sinonimo di salute del mare in effetti così non è. Gli esperti sono concordi nel dire che l’esplosione demografica delle meduse è determinata sia dal calo demografico dei suoi predatori sia dal un calo demografico dei suoi  competitor alimentari.

La sovrapesca quindi potrebbe essere il primo tra i fattori responsabili della massiccia presenza di questo esercito di meduse. Meno pesci significa meno larve, e quindi una diminuita competizione per le risorse a  vantaggio delle meduse che troveranno cibo che stimolerà la trasformazione dei polipetti bentonici nella forma  medusale.

 

 

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