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Un nuovo Nudibranco sul Relitto

A metà dello scorso mese i ragazzi della Gian Neri hanno inaugurato la stagione delle immersioni sul relitto del Paguro, quest’anno in autonomia con il nuovo gommone, fotografando un nudibranco molto particolare.

I nudibranchi sono un sottordine di molluschi dell’ordine Opisthobranchia, che comprende più di 7000 specie descritte; E’ possibile incontrarli in tutto il mondo a tutte le profondità, anche se la maggior parte delle specie vive in acque calde e poco profonde.

I nudibranchi con le loro livree sgargianti, sono campioni incontrastati di un mondo, quello subacqueo, non certo povero di colori o forme e sembrano non smettere mai di affascinare anche i subacquei più smaliziati.

Il piccolo incontro è sicuramente una novità per i Ragazzi della Gian Neri, oramai agguerriti collezionisti di immagini di questi piccoli molluschi.

Nei giorni a seguire tentiamo l’identificazione. La foto forse non è il massimo e le ricerche sui libri e su internet non sono facili, quindi per un paio di settimane rimane l’incertezza, poi un messaggio dell’amico Attilio Rinaldi, direttore della Struttura oceanografica “Daphne”: si tratta di una Ancula gibbosa (Risso, 1818).
L’avvistamento, ci dice l’esperto, è importante: quel tipo di nudibranco non era mai stato documentato in Adriatico, essendo tipico dei fondali freddi del nord Europa. L’amico Attilio però ci riferisce anche che sarebbe importante verificare se non fosse solo una casualità, e magari riportare altre immagini. 
Accettata la sfida i ragazzi della Gian Neri provano a individuarlo nuovamente.

L’occasione arriva lo scorso sabato, quando, impegnati per le immersioni di specialità Relitti, muniti di macchina fotografica decidono di dedicare una decina di minuti al monitoraggio.
Sono stato fortunato, non appena giungo nelle vicinanze del primo incontro ne scovo uno e lo bersaglio di scatti con al mia macchia fotografica. Non può essere solo fortuna, ma la prova che ve ne sono diversi. Questa volta le immagini sembrano migliori e sul gommone, nella via del ritorno, festeggiamo l’evento e festeggiando al motto: “Adriatico, ma quante sorprese ci riservi ogni volta?”

 

 

 

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