Con l’arrivo del freddo le basse acque dei fondali attorno alle scogliere ne risentono molto. Il freddo spinge al largo i pesci e i crostacei cercano di rintanarsi, ma quando le condizioni climatiche lo permettono i ragazzi della Gian Neri provano comunque immergersi sicuri che prima o poi qualche nuova esperienza verrà.
Freddo e pomeriggi bui rendono ancor più difficile rinunciare al tepore del salotto, ma il richiamo del mare è forte e quando le condizioni di acqua chiara sono evidenti si va. Le decisioni vengono prese sempre con poco preavviso e per sicurezza ci si limita a siti non troppo lontani dalla costa. Così è stato giovedì quando abbiamo deciso per una visitina alle scogliere di Viserba.
Le mute stagne impediscono all’acqua di bagnarci, ma il gelo alle mani e sul viso in navigazione ci rimane tutto. Il mare è calmissimo, liscio come una lavagna nera dove neppure la luna riesce a filtrare. Caliamo le torce, le macchine fotografiche e sotto il gommone l’acqua si accende di un chiaro impensabile. Le aspettative sono tante, ma per circa metà immersione pochissimi avvistamenti, nessun paragone con la notturna di un mese fa.
Però dovevamo aspettarcelo, l’acqua ora è molto più fredda. D’un tratto un rombo, una medusa, una mormora e poco più in là un delicato pesce ago, dello stesso tipo di quello avvistato nell’ultima notturna. Comunque soddisfatti iniziamo a rientrare verso il gommone, quando veniamo sorpresi da un avvistamento molto particolare, un pesce ago, ma di una razza sicuramente differente: molto più grosso, quaranta centimetri rispetto ai dieci de Syngnathus taenionotus. Il colore poi non è marroncino ma di un colore cangiante tendente al verde smeraldo, simile colore di un rettile. Siamo sicuramente di fronte a un incontro raro.
A casa confrontiamo le foto e gli esperti si esprimono: era un Syngnathus acus, (pesce ago dal pecco lungo) presente in altissimo Adriatico, ma incontrato rarissime volte qui da noi.
Una bella soddisfazione che ci ripaga abbondantemente della rinuncia alle pantofole
di Filippo Ioni
Articolo 2015_12_08_la_voce