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Una Vecchia conchiglia si svela

2015_2_14

Finalmente dopo la grande mareggiata e le forti precipitazioni di inizio febbraio i Ragazzi della Gian Neri riescono ad organizzare un’immersione.

Previsioni splendide, mare calmo, ma un po’ di nebbia; il gommone è pieno, ma le aspettative sono minime, non ci aspettiamo infatti una gran visibilità.

La navigazione conferma i sospetti. Il colore dell’acqua è sempre marrone e arrivati sul punto di immersione sconsolati vediamo che le cose non sono migliorate con l’aggiunta di un po’ di corrente. Un primo gruppo scende in esplorazione e per fissare bene l’ormeggio, rientra descrivendo un fondale devastato dalla mareggiata, ma con una visibilità sufficiente. Tutti scendono suddivisi in coppia e dopo un’ora ci si ritrova in risalita. Sul gommone il tema di discussione era ovviamente la descrizione di quello si era potuto osservare sugli effetti della mareggiata. Qualcuno ha osservato dei nudibranchi, io invece ho avuto una risposta. In particolare era diversi anni che fotografavo in questo periodo delle strane ovature, graziose teche gialle contenenti piccole uova. Avevo provato a fare delle ricerche, ma sempre infruttuose, ora in un’immersione forse non eccezionale per visibilità ho osservato finalmente quale dei tantissimi gasteropodi esistenti fosse il creatore di quelle teche.

Si tratta di Ocenebra erinaceus della famiglia delle muricidae, conchiglia percorsa da diversi cordoncini spirali molto pronunciati che, intersecando le varici e gli arresti di crescita, generano vistose spine lamellose. Sulle nostre spiagge, tuttavia, è più comune la sottospecie tarentina, a cui i cordoncini spirali sono meno rilevati, così che il forte ispessimento del labbro non produce spine, bensì varici, talora molto espanse. La conchiglia prende allora una forma meno slanciata.

E’ una essere vivente molto antico infatti una conchiglia di Ocenebra erinaceus è stata rinvenuta nel sito del villaggio preistorico della tarda Età del Bronzo situato nella vallata del basso Metauro in località Chiaruccia di Fano, distante attualmente circa 5 km dal mare.

Filippo Ioni

L’articolo  2015_02_24_la_voce