Sub Rimini Gian NeriSub Rimini Gian Neri

Uno spettacolo dal vivo

L’immersione notturna è spesso l’occasione di essere spettatori di scene di vita degne di essere riprese e diventare un documentario del National Geographic. I ragazzi della Gian Neri lo sanno bene, ed ora che è arrivata la bella stagione,  quando le condizioni lo permettono organizzano sempre un’immersione dopo il tramonto.
Siamo nel pieno della stagione delle seppie, infatti i pescatori sanno benissimo che la “Siipa”, così la chiamano, tra maggio e inizio giugno risale dalle acque profonde per raggiungere la costa, amoreggiare e deporre le uova.
Per l’occasione i ragazzi della Gian Neri scegliamo di organizzare un tuffo nei pressi delle scogliere alla ricerca delle “Sepiidae”, molluschi cefalopodi marini diffusi in ogni mare od oceano del globo. 
La serata è splendida, un teso garbino nel pomeriggio  ha ripulito l’acqua e la visibilità è davvero splendida.

Volteggiando sulla distesa sabbiosa, con i fasci luminosi delle torce che fendono il buio, fino a lunga distanza,  come i laser delle discoteche scovando in qua ed in la delle gallinelle, delle soglioline o dei rombi; tantissimi granchi nuotatori, alcuni sorpresi si insabbiano altri tentano di intimidirci nuotandoci contro ed agitando minacciosi le chele.

Finalmente intravvediamo la prima seppia, è acquattata in un avvallamento nella sabbia; ci avviciniamo lentamente, ma non appena realizza di essere scovata da biancastra cambia colore in un rossastro bruno sollevando i tentacoli minacciosi, indecisa se attaccarci o fuggire e dopo poco guizza via a razzo.
Stiamo nuotando nel punto giusto, ogni due o tre metri ne riusciamo a scovare una; fino a quando abbiamo la fortuna di assistere ad una scena fantastica: una seppia è in caccia. E’ ferma a mezzo metro dal fondo, mantenendosi in equilibrio, grazie ad un lievissimo ondeggiare della pinna circolare che orna il corpo,  ha puntato un granchio e con un guizzo fulmineo sferra l’attacco lanciando i suoi tentacoli ed agguantando il piccolo crostaceo. C’è un momento di confusione, si solleva un gran polverone e per un attimo perdiamo di vista il gasteropode predatore, poi lo ritroviamo, qualche metro più in la mentre, avvinghiato al granchio, sta ingaggiando una lotta greco romana. Estasiati rimaniamo ad osservare tutta la scena come se fossimo dietro al plasma mentre passa un documentario alla Jacques Cousteau.
A fine immersione sul gommone tutti sono entusiasti della serata all’insegna della “sipa” e non rimpiangono di non averla incontrata in un piatto con i pisarelli.

 

 

 

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