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Uno strano Tricolore

Ancora un fine settimana di immersioni, il vento di garbino rende le temperature esterne piacevoli, ma l’acqua è ancora freddina. Ma questo non è necessariamente un male, infatti con le temperature basse è più facile incontrare della fauna marina insolita.

Obbiettivo: cercare dei nudibranchi. Difficili da individuare a causa delle loro piccolissime dimensioni, i nudibranchi sono un vero gioiello del mare. Se siete amanti della fotografia macro, e io lo sono, conoscerete di sicuro questi piccoli organismi.

Sono dei piccoli molluschi gasteropodi che potete immaginare come delle coloratissime lumachine. Questi organismi devono il loro nome alle “branchie nude” (dal latino nudus = nudo e dal greco brankhia = branchia) che portano sul dorso. Hanno dimensioni davvero ridotte e arrivano fino a pochi millimetri.

La caratteristica più peculiare dei nudibranchi è senza dubbio la colorazione del loro corpo: è infatti dipinto da colori accesi e decorato con righe e pois a contrasto. Il corpo di ognuno di questi animali è una vera e propria opera d’arte. Oltre a presentare una grande diversità in termini di colorazione, le più di 3000 specie di nudibranchi si distinguono anche per le diverse forme del corpo. Caratteristica comune a tutti è la presenza di due “antennine” sulla parte anteriore, la testa per intenderci, i rinofori. Sono veri e propri sensori ambientali che raccolgono informazioni attraverso il contatto diretto con esso (funzione tattile) o captando molecole sospese nell’acqua (funzione chemiorecettiva).
Il corpo dei nudibranchi può essere rivestito da papille oppure da appendici allungate chiamate cerata, come nel caso del soggetto del mio incontro e lo stesso dell’articolo: Eubranchus tricolor.

Questa specie è stata descritta per la prima volta dall’Isola di Man, nel Mare d’Irlanda, nel Regno Unito. Successivamente è stato segnalato da tutta la Gran Bretagna e l’Irlanda, nonché dalle coste continentali dalla Norvegia al Portogallo e nel Mar Mediterraneo. Io spesso lo incontro quando con gli amici “Lumacai” facciamo le nostre scorribande in Croazia. Qui da noi l’ho avvistato: la prima alle piramidi di Riccione (giugno 2016) la seconda alle Piramidi (giugno 2017). Questa volta l’ho scovato alla piramide P2. Avevo notato diverse ovature e con un po’ di pazienza è comparso. Che soddisfazione mostrare il ritrovamento a Filippo.

Eubranchus tricolor – Classe: Gastropoda; Ordine: Nudibranchia; Famiglia: Eubranchidae. Ha il dorso ricoperto da cerata con forma di goccia, più grossi quelli inseriti nella parte mediana. Questi mostrano al loro interno i dotti della ghiandola digestiva, di colore arancio/marrone, chiaramente visibili attraverso l’epidermide translucida. All’apice di ogni cerata è presente un anello sub-terminale di colore giallo, detto cleptocnide; questa struttura molto particolare funziona come difesa al dorso dell’animale che, per sua natura bentonica, risulta sempre la parte più vulnerabile. Contiene infatti degli cnidociti, cellule con sostanze urticanti tipiche ed esclusive del phylum degli Cnidari. Come fanno quindi a trovarsi in un nudibranco? Si tratta di un meccanismo di difesa sviluppato nel corso dell’evoluzione. Questi molluschi innocui e indifesi hanno acquisito l’abilità di immagazzinare all’interno di appositi contenitori (i cleptocnidi appunto) le sostanze urticanti prodotte dai polipi di cui si nutrono, per usarli a loro volta come arma di difesa.

Presentano inoltre rinofori e radule lunghi e lisci. Hanno un corpo semitrasparente con colorazione variabile in genere bianco-giallastra. Possono raggiungere una lunghezza di 4,5 cm.

 

Autore: Matteo Celli
Revisione scientifica: Sofia V. Pesaresi
Autore Foto: Matteo Celli