Protezione Civile Sub Rimini Gian NeriProtezione Civile Sub Rimini Gian Neri

Esercitazione ERCOLE (Emergency Response to Coastal Oil spill Exercise)

Idrocarburi-Esercitazione-1Le giornate del 23 e 24 settembre 2014, potranno definirsi un giorno “storiche” per le attività specifiche di intervento – da parte di Volontari – a seguito dei disastri ambientali, in particolar maniera, quelli dovuti alla fuoriuscita di idrocarburi..

Il Mare Adriatico, notoriamente stretto e poco profondo, subisce attualmente il transito di centinaia di petroliere per il porto di Trieste, dove uno specifico oleodotto parte per la Germania e gli altri paesi del nord Europa. E’ proprio Trieste uno dei maggiori hub per il transito di idrocarburi in Europa, dopo quello di Genova.

 

Inoltre, si sente parlare sempre più spesso di prospezioni e ricerche in alto Adriatico, su presunti giacimenti di combustibili fossili – in particolare il greggio, effettuati soprattutto nelle acque costiere croate, dalle multinazionali del settore energetico.

L’opinione pubblica, nella discussione di questi temi, si preoccupa prevalentemente dei risvolti economici, di nuove opportunità per l’indotto in via generale, dello sviluppo, senza chiedersi quali potrebbero essere concretamente gli effetti di una collisione o di una fuoriuscita di materiali oleosi combustibili in un mare come l’Adriatico – peraltro accadimenti non poco frequenti..

Un vero disastro..

Gli idrocarburi in generale, tendono dapprima ad espandersi sulla superficie marina, le parti più leggere e volatili ad evaporare, alcune a galleggiare ed essereIdrocarburi-Esercitazione-2

trasportate da vento e corrente, quelle più pesanti a precipitare sul fondo, prima di essere assorbite e decomposte in un ciclo di centinaia di anni dai batteri, ma in ogni caso ricoprendo fin da subito vaste porzioni di costa o fondale e provocando la distruzione degli ecosistemi presenti per decine di anni.

Figuriamoci un incidente nel settore settentrionale del Mare Adriatico: Fondali prevalentemente sedimentari (fangosi), di modestissime profondità (non più di -60 m), correnti poco intense, ricambi di masse d’acqua oceaniche inesistenti.. Un’economia incentrata e basata prevalentemente sul settore turistico..

Cosa potremmo fare? Certamente ben poco. Ma quel poco potrebbe essere ben più importante di quanto si creda.

La Regione Emilia Romagna, assieme alle Marche, le Puglie ed altri stati affacciati sul Mare Adriatico, come la Croazia la Slovenia, il Montenegro e l’Albania, sono beneficiari di un progetto europeo denominato HAZADR (Strengthening common reaction capacity to fight sea pollution of oil, toxic and HAZardous substances in ADRiatic Sea – letteralmente “ Rafforzare la capacità di reazione comune per combattere l’inquinamento del mare da sostanze petrolifere, tossiche e pericolose in mare Adriatico). Il  principale obiettivo del progetto è la realizzazione di una rete transfrontaliera per la prevenzione dei rischi e la gestione delle emergenze, in modo da ridurre il rischio di inquinamento e la contaminazione del mare Adriatico e rafforzare la capacità di reazione delle comunità dell’Adriatico contro i rischi ambientale e di inquinamento, dovuto a collisioni, naufragi, fuoriuscita di oli e materiale tossico nel mare, in grado di compromettere l’ambiente marino e le attività economiche delle regioni costiere.

Idrocarburi-Esercitazione-3Durante le giornate del 23 e 24 settembre, una nostra delegazione composta da Michele Stabellini, Pietro Filidoro, Paola Bartolucci e Daniela Semprini Cesari, rispettivamente  appartenenti alle Associazioni “Sub Rimini Gian Neri – Gruppo di Protezione Civile” e “Volontari Soccorso Mare Rimini”, hanno partecipato sia alla presentazione del progetto sia ad una specifica esercitazione, presso le raffinerie di Falconara Marittima, nei pressi di Ancona. In particolar maniera hanno avuto occasione di constatare che la Regione Marche si è già dotata, oltre che di specifici mezzi informatici e di comunicazione, di squadre di Volontari capaci di fronteggiare un’emergenza da fuoriuscita idrocarburi. Sarà ora loro compito, passare le informazioni ai colleghi romagnoli, ovviamente con l’appoggio della Regione Emilia Romagna, la quale dovrà fornire attrezzature e risorse per evolvere il progetto.

 

In particolar maniera si è toccata con mano la particolare organizzazione dei colleghi e volontari marchigiani: Specifici radar e boe ondametriche, sono in gradoIdrocarburi-Esercitazione-4 di fornire dati in tempo reale sull’evoluzione del tempo meteorologico (parametri di onda, corrente e vento) in caso di incidente – per esempio da collisione. Un potente software riesce quindi a stimare, in base a dati incrociati con l’Autorità Marittima (composizione e quantità degli idrocarburi trasportati, dati cartografici e temporali) ed a quelli forniti dalle medesime apparecchiature di cui sopra, dove lo sversamento si dirigerà e quali punti di costa interesserà in un determinato e precisissimo arco temporale.

La Regione Marche, è nelle condizioni di inviare squadre specializzate su precisi punti della costa, seguendo le previsioni del sistema informatico in dotazione, determinando quindi anche quali tipologie di intervento attuare a seconda dei substrati coinvolti.

Idrocarburi-Esercitazione-5Difatti, con gli idrocarburi non si scherza.. Oltre ad essere pesantemente dannosi per l’ambiente, sono altamente nocivi e pericolosi anche per chi interviene, che si dovrà proteggere con specifici DPI ed attrezzature. Anche le modalità operative devono essere codificate e saranno profondamente differenziate a seconda del substrato costiero coinvolto (sabbia, ghiaia, roccia, elementi artificiali, etc.). L’area coinvolta (pollution area) andrà opportunamente delimitata e su di essa creati specifici percorsi e zone di smaltimento e decontaminazione, allo scopo di non interessare le zone adiacenti. Una prima squadra, “survey team” effettuerà un sopralluogo, con misurazioni e documentazioni fotografiche da sottoporre al comitato d’emergenza, che definirà in brevissimo tempo le procedure d’intervento.

Certamente per noi un inizio.. Abbiamo già utilizzato panne galleggianti, skimmer ed aspiratori di superficie in esercitazione o in modesti casi di sversamento a livello portuale. Condividiamo il progetto HAZADR ed auspichiamo un futuro maggior interesse della nostra Regione in merito.

 

Michele Stabellini.

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