Domenica 15 dicembre 2024 è partita ufficialmente la nostra ennesima collaborazione con gli amici di Fondazione Cetacea Onlus, per un supporto tecnico che durerà almeno un anno, finalizzato alla posa ed al recupero periodico di un sofisticato e potente strumento atto alla registrazione di suoni sottomarini, detto “idrofono“.
L’inquinamento acustico non è solo un problema “terrestre” o “umano“, che danneggia le comunità e la qualità della vita delle persone. Al contrario, le attività antropiche in mare, quali la pesca professionale, il traffico di merci, il turismo ed il diporto, l’estrazione di gas naturali o di minerali dal fondo, risulterebbero cause generanti rumori assordanti a scapito di tante forme di vita. Ad esempio, sembrerebbe che i cetacei siano fortemente disorientati e compromessi nei loro comportamenti, proprio a causa della forte propagazione di queste onde sonore (il suono in acqua si propaga a 1.500 m/sec, quattro volte in più rispetto a ciò che succede in aria).
Undersea (UNDerwatER Soundscape bEyond Ais) è un progetto europeo di cooperazione transfrontaliera finanziato dal programma Interreg Italia-Croazia 2021-2027. Il progetto analizzerà nei prossimi 2 anni l’inquinamento acustico causato dalle attività umane in mare nell’alto – medio Adriatico, in nove differenti siti, dislocati fra l’Italia e la Croazia, fra i quali l’areale marittimo romagnolo.
La nostra zona sarà quindi gestita da Fondazione Cetacea Onlus in partnernariato con il CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche, Arpa Puglia, Arpa Friuli Venezia Giulia, l’Istituto di Oceanografia e pesca di Spalato, il Blue World Institute of Marine Research and Conservation, l’Istituto Pubblico per la gestione dell’aree protette nella Contea di Dubrovnik- Neretva ed il Museo di Scienze Naturali di Zagabria. Partner associati del progetto sono inoltre la Regione Emilia-Romagna settore Ambiente e l’Agenzia di sviluppo croata Dunea.
E cosa c’entra il nostro Gruppo di Protezione Civile con questo progetto a tema ambientale? Non dimentichiamo innanzitutto che la salvaguardia e la tutela dell’ambiente marino stanno ben presenti nel nostro DNA. Ci sono inoltre numerose esperienze pregresse: Fondazione Cetacea si è spesso rivolta a noi affidandosi alle nostre capacità tecniche/ operative anche nelle più difficoltose attività subacquee di documentazione, sondaggi e prelievi, installazione di attrezzature e strumenti sul fondo finalizzati alla ricerca scientifica.
E così ci siamo studiati insieme la posizione migliore per queste indagini, che dureranno almeno un anno. Una distanza importante dalla costa (11 NM), la presenza di un discreto traffico marittimo e la vicinanza dell’importante porto industriale/ commerciale di Ravenna, nonché la presenza di un bellissimo e tranquillo sito d’immersione hanno fatto ricadere la scelta sul Relitto della Piattaforma Offshore del Paguro, un imponente intrico di tralicci e manufatti d’acciaio affondati tragicamente a causa di un incidente nel lontano 1965. Sulla piattaforma del Paguro, già sito d’interesse comunitario, sono vietati la pesca, l’ancoraggio e la balneazione in un raggio di almeno 500 m, quindi ci sono veramente pochi rischi per l’incolumità dello strumento, che comunque è stato saldamente ancorato dai nostri sommozzatori a 22 metri di profondità, piuttosto lontano dal normale itinerario subacqueo ricreativo che si svolge generalmente durante la stagione estiva. Inoltre il sito, essendo protetto è una vera e propria oasi di vita, dove risiedono la maggior parte degli organismi marini che caratterizzano il Mediterraneo e nella fattispecie l’Alto Adriatico, qui indisturbati e prolifici. Interessante sarà lo studio degli effetti dell’inquinamento acustico in un sito così ricco di biodiversità.
Domenica scorsa, abbiamo quindi trasportato l’idrofono in posizione, solcando con il nostro potente gommone le ormai fredde e nebbiose acque di dicembre. Missione compiuta: con grande soddisfazione abbiamo centrato l’obiettivo nel raggiungere il sito ed iniziare così il progetto. Dulcis in fondo, nell’occasione abbiamo anche liberato due bellissimi esemplari di tartaruga marina caretta caretta, recuperate e curate dai biologi di Fondazione Cetacea nell’Ospedale delle Tartarughe di Riccione. Che la dolce nuotata di Rachele e Sam verso l’infinito spazio del mare siano di buon auspicio per questa nostra bellissima attività di collaborazione!