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Il Gamberetto Fantasma Cuore

In questo momento che ci è vietato quasi tutto, pensare di fare un’immersione sembra un sogno irrealizzabile. Freddo acqua non troppo pulita poco importa, vogliamo andare in acqua.
Allora sfoglio il mio logBook e mi cade l’occhio su un’immersione di marzo.

In superficie l’acqua era torbida, i fiumi hanno riversano tantissima acqua dolce per le intense precipitazioni, ma sotto il primo strato scuro e limaccioso la visibilità migliora tantissimo e invoglia a fare tante immersioni.
La temperatura è decisamente bassa, sui minimi stagionali, ma sul fondale la vita non è completamente in letargo. Sugli scogli si incontrano tanti tipi di anemoni, “Cereus pedunculatus” l’anemone margherita conosciuta anche come anemone e calice, “Phymanthus pulcher” l’anemone disco e “Anemonia viridis” l’anemone capelli di serpe.

Il freddo accorcia di molto l’immersione, 11 gradi scarsi. Facendo rotta verso l’ormeggio decido di fare una capatina allo scoglio di Filippo ed ecco il colpo di fortuna al riparo proprio di un anemone è scovo un piccolo il gamberetto il fantasma cuore.

Il Periclimenes amethysteus è, fra le diverse specie di gamberi che possiamo trovare nel Mediterraneo, quello che ha senza dubbio l’aspetto più simile a quello dei cugini tropicali. La sua livrea lo rende invisibile ad occhi inesperti anche se con un po’ di attenzione ogni subacqueo può ammirarlo dal vivo, cercandolo con pazienza tra i tentacoli di qualche anemone urticante.
È una specie modesta, poco abbondante e difficile da individuare, per cui si sa ancora poco sulla sua biologia. Dalle osservazioni fatte finora si può dire che sia un gamberetto poco attivo negli ambienti fotofili e frequente sui prati di Posidonia, ma anche in zone sabbiose o coralligene, per lo più associato agli anemoni tra cui Anemonia viridis e Aiptasia mutabilis.

Le caratteristiche macchie di colore variano molto in base all’età, infatti gli adulti sono più colorati dei giovani. Nonostante le colorazioni varie di questa famiglia, sono presenti solo tre pigmenti: uno bianco-giallastro localizzato nei cromatofori, uno viola diffuso nell’epidermide e uno rosso granato, mentre tutti gli altri colori visibili sono il risultato delle diverse miscele di questi tre pigmenti.

Non c’è un adattamento cromatico fisiologico al colore di sfondo. Tuttavia è stato osservato che il pigmento bianco è completamente disperso durante il giorno e retratto durante la notte, mentre il pigmento viola svanisce di notte. In questo modo l’animale, che presenta colori vivaci alla luce del giorno, diventa quasi trasparente nelle ore notturne.

Il fantasma è uno dei soggetti preferiti dei fotografi, che ne immortalano spesso la caratteristica livrea a forma di V simile al cuore che si disegna ovunque quando si è innamorati.

 

Autori del testo: Filippo Ioni, Sofia Pesaresi
Autore della Foto: Matteo Celli