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Un Cavalluccio in Baiona

Cavalluccio marino Lo scorso fine settimana le condizioni meteo non erano splendide, ma Matteo insiste a non lasciare perdere e propone un tuffo a Ancona o in Baiona. La marea sembra buona per domenica, quindi vince la Baiona, si va a Ravenna.

La Piallassa Baiona sono dei canali di acqua salata alle spalle di porto Corsini, pensati già dal lontano XVIII secolo, con lo scopo di ricambiare l’acqua portuale. Canali che per effetto della vicinanza al porto, spesso danno la possibilità di fare incontri esotici con organismi di mari lontani arrivati da noi grazie alle zavorre d’acqua delle navi commerciali attraccate in porto.

Speravo di incontrare  tanti nudibranchi ma peccato, si fa per dire, ho incontrato un bel cavalluccio marino. Grazie Matteo per ricordarci che ogni lasciata e persa.

Cavallucci

L’approfondimento di Emanuela 

Nei primi anni del 2000 scrissi la mia tesi di laurea sulla biologia ed il mantenimento in acquario dei cavallucci marini. Dedicai intere pagine al loro comportamento, osservandoli sempre dietro a un freddo e umido vetro. Durante il lock down del 2020, mossa da nostalgia, ripresi in mano la tesi e realizzai questo breve estratto con l’intento di esaltare le loro caratteristiche peculiari e mi feci una promessa: devo assolutamente incontrarne uno durante le mie immersioni, non è possibile che ancora non abbia avuto il piacere di osservarli nel loro ambiente naturale!|

Così espressi questo desiderio al mio compagno di immersioni Maurizio e come un premio, dopo quel difficile periodo di clausura, subito dopo esserci staccati dalla P1, LUI se ne stava lì, tutto solo, in posizione verticale, aggrappato, con la pinna caudale arrotolata alla cima, come se qualcuno l’avesse messo lì apposta per noi, intorno solo sabbione! Era così leggero e sottile, subito spensi la mia torcia per rispetto, per evitare di infastidirlo e lo osservai con reverenza, poi la torcia del mio compagno lo illuminò e la luce lo attraversò come se fosse vetro, sembrava trasparente, così fragile.

Arrivarono i gruppi di immersione successivi, c’erano tanti occhi, maschere, erogatori intorno a lui, due pinne rischiarono di colpirlo, lui si staccò dalla cima e cercò solo di andare altrove per trovare riparo da tutta quella confusione ma un fotografo lo costrinse più volte con la mano a riagganciarlo alla cima, e lui con eleganza e pazienza rifiutò ogni volta.

Dunque, oltre a riproporvi l’articolo come un’ode alla spettacolarità creata dall’evoluzione naturale sulla diversità delle specie, desidero rivolgere un monito a tutti i lettori per ricordarci che, ogni qualvolta ci troviamo in immersione, siamo ospiti di quell’ambiente, che NON ci spetta di diritto, pertanto di prestare la massima attenzione a ogni gesto, ogni movimento, per ridurre al minimo il nostro impatto in quel perfetto ma fragilissimo equilibrio che è l’eco-sistema marino.

I cavallucci marini: un genere, un‘eccezione!

Tutte le specie di cavallucci marini conosciute appartengono all’unico genere tassonomico Hippocampus

Il genere Hippocampus e tutti gli altri generi di pesci ago e dragoni di mare (o cavallucci dragone) vengono raggruppati nella famiglia di pesci ossei conosciuta con il nome di Syngnatidae, poiché condividono la caratteristica morfologia della bocca, priva di denti e con mascelle fuse, dal greco syn- insieme e gnathus – mascella.

Gli ippocampi possiedono le caratteristiche anatomiche fondamentali dei pesci ossei: respirano tramite branchie, sono dotati di vescica natatoria e pinne ma….

… il corpo non è ricoperto di scaglie dermiche e lo scheletro osseo che sorregge il corpo è formato da placche ed anelli piatti embricati tra loro che formano una corazza superficiale, rigida ma flessibile;

…il nuoto non è prodotto dalle contrazioni dei muscoli laterali del corpo ma dall’azione propulsoria delle pinne, sostenute da raggi morbidi che si muovono alternati conferendo alle pinne un movimento ondulatorio;

…nel corso dell’evoluzione, assumendo una posizione verticale del corpo, si sono perse le pinne ventrali e caudali, le pinne pettorali si trovano dietro all’apertura delle branchie ed è rimasta una sola pinna dorsale;

…la coda costituita dai tanti anelli può svolgersi ed avvolgersi permettendo all’animale di agganciarsi ai sostegni presenti sul fondale: alghe, coralli, Posidonia, corpi di altri ippocampi che formano grovigli apparentemente inestricabili;

…gli occhi si muovono indipendentemente l’uno dall’altro per individuare meglio le prede, considerata la loro scarsa mobilità!

…la strategia riproduttiva vede la femmina deporre le uova nella tasca addominale del maschio dopo un’elegante danza di corteggiamento. Nel marsupio del maschio le uova vengono fecondate e circondate dal tessuto interno che si vascolarizza, somministrando agli embrioni nutrienti ed ossigeno e rimuovendo le sostanze di rifiuto. Al termine della gravidanza il maschio comincia ad espellere con una lunga serie di contrazioni i piccoli ippocampi già indipendenti e pronti a prendere la loro… corrente!

 

Autore: Francesco Gulli
Autore scientifico: Emanuela Casalboni
Autore Foto: Filippo Ioni